Scontro Letta-Draghi: il leader dei Dem rilancia: “Lui premier, io guido la sinistra”

Certo, al segretario dem non è piaciuto il tono tranchant usato dal premier, al quale ieri pomeriggio ha fatto recapitare tutte le slide con i dettagli della proposta «di redistribuzione». Ma con Draghi non si era sentito prima di rilanciarla, visto che l’idea è contenuta nel libro “Anima e cacciavite”, né pare vi sia stato ancora un chiarimento dopo lo stop brutale del premier. «Draghi fa il premier di una maggioranza eccezionale figlia di tempi eccezionali – è il commento di Letta – io faccio il leader di un partito di sinistra. Essere leali significa, anche, tenere il punto quando si è forti delle proprie convinzioni». Sulla lealtà, e su questo punto, il suo pensiero è altrettanto netto di quello del premier. «Perché il sostegno al governo è anche dire a Draghi e all’opinione pubblica che questo è il momento della redistribuzione delle ricchezze. Abbiamo il dovere di dare le risposte a chi non ha le spalle coperte alle famiglie di origine». Un pensiero che viene ancora di più chiarito nel merito dal responsabile economico del Pd, Antonio Misiani: «C’è un tema enorme dei giovani che sono i grandi perdenti della crisi e hanno bisogno di un intervento sul fronte dell’equità. E se su come finanziarlo si può discutere, va tenuto ben presente che l’Italia è un paradiso fiscale per le grandi successioni ed eredità: oltre il milione di euro si paga il 4%, anche per cento milioni di euro di eredità e in Francia il 45%…». Ecco perché dal Nazareno tengono il punto su quella che è e sarà «una battaglia del Pd», sul fatto che «non c’è nessuna contraddizione tra portare avanti proposte identitarie e sostenere il mandato del governo Draghi, dove c’è anche una riforma del fisco». E il Pd si aspetta che il premier onori l’impegno di presentarla entro luglio. 

LA STAMPA

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