G20, Draghi: «Vaccinare il mondo». Arrivano 1,3 miliardi di dosi
In collegamento da Berlino Angela Merkel definisce la Dichiarazione di Roma «una pietra miliare». La firmano in 20 Paesi, quelli del G20, dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Turchia alla Francia, gli Stati che hanno le maggiori economie del pianeta. Ma è lo stesso Mario Draghi, che ha presieduto i lavori del Global Health Summit insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad ammettere che c’è ancora molto lavoro da fare, che nel mondo «le differenze nei tassi di vaccinazione sono sconvolgenti», che su 1,5 miliardi di dosi somministrate «solo lo 0,3% si trova in Paesi a basso reddito, mentre i Paesi più ricchi ne hanno somministrate quasi l’85%. Disparità inaccettabili, che sono anche una minaccia. Finché il virus continua a circolare liberamente in tutto il mondo, può mutare pericolosamente e compromettere persino la campagna di vaccinazione di maggior successo. Dobbiamo vaccinare il mondo e farlo rapidamente».
La Dichiarazione di Roma rimarca sedici punti fermi su cui gli Stati del G20 si impegnano: fra gli altri trasferimento di tecnologie e capacità produttive ai Paesi più poveri, in primo luogo africani, rafforzamento degli organismi multilaterali, a partire dall’Oms, per prevenire e contrastare meglio future pandemie. «Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa. E lo faremo insieme ad altri Paesi partner, tra cui Francia e Germania», dice Draghi, che invita tutti i firmatari della Dichiarazione «a sospendere i brevetti e a revocare i divieti generali di esportazione, soprattutto verso i Paesi più poveri. E sono sicuro che lo faranno».
Il capo del governo annuncia anche che l’Italia ha offerto 300 milioni di euro a Covax (l’iniziativa internazionale di sostegno ai Paesi poveri) e 15 milioni di dosi di vaccini nel pool delle donazioni. Ma una delle notizie più concrete della giornata che ha il suo baricentro a Villa Doria Pamphili proviene dalle Big Pharma: il premier italiano lo definisce «un passo che cambierà il panorama, e anche la loro reputazione», commentando l’annuncio dei vertici di Pfizer, Moderna e J&J. Le tre aziende metteranno a disposizione 1,3 miliardi di dosi di vaccini entro il 2021 senza scopo di lucro.
Tutte iniziative rese ancora più urgenti dall’allarme lanciato al summit da un panel di 26 scienziati: il mondo sta entrando nell’era delle pandemie con il rischio di nuove ondate epidemiche di Covid-19 perché il virus Sars CoV2 è destinato a diventare endemico.
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