L’Italia in giallo, avanti con le riaperture: “Terremo le mascherine ancora due mesi”
Intanto con tutti gli indicatori posizionati a testa in giù, da lunedì tutta l’Italia sarà gialla, compresa la Valle d’Aosta, che un’ordinanza di Speranza ha sdoganato dall’arancione dove era ancora confinata. Un assaggio di quel ritorno alle libertà ben più sostanziose che gli italiani potranno assaporare da qui al 21 giugno, quando, se il trend rimarrà questo, secondo i calcoli del professor Giovanni Sebastiani, ricercatore all’istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr, tutta l’Italia sarà nell’Eden della fascia bianca dove tutto riapre, il coprifuoco non c’è più e restano solo distanziamento e mascherine.
«In molte regioni l’incidenza dei casi è scesa sotto 50 per 100 mila abitanti e questo rende possibile la ripresa del tracciamento dei casi e dei contatti», ha spiegato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro. «Il quadro è in deciso miglioramento. Cala l’incidenza, l’Rt e si abbassa l’età media delle infezioni a 40 anni, mentre cala a 65 anche l’età media degli ingressi in terapia intensiva. Inoltre l’incidenza dei casi cala in tutte le fasce d’età», sono i numeri tutti in positivo elencati da Brusaferro. Ai quali si aggiunge il fatto che tutte le regioni sono ora classificate a rischio basso e nessuna supera la soglia critica dei ricoveri in terapia intensive e nei reparti di medicina. Coronavirus, vaccino ai giovanissimi: il prof Alberto Villani spiega perché è importante farlo
«È il risultato delle misure adottate finora, del comportamento corretto della stragrande maggioranza delle persone e della campagna di vaccinazione», rivendica Speranza. Facendosi poi cauto quando invita gli italiani a «continuare su questa strada con fiducia, prudenza e gradualità». E che tutto non sia finito lo mostrano i dati provinciali monitorati dal professor Sebastiani. Con 11 provincie da tenere d’occhio perché da circa 10 giorni lì la curva dei positivi non scende e in alcuni casi sale leggermente, anche se in alcune l’incidenza dei casi è bassa: Teramo (43), Catanzaro (61), Piacenza (40), Como (96), Varese (74), Verbano-Cusio-Ossola (73), Oristano (53), Enna (56), Ragusa (94), Grosseto (82) e Belluno (34). Se pur con queste osservate speciali la pandemia in Italia sembra sotto controllo la conta mondiale delle vittime si fa invece sempre più drammatica. I tre milioni e mezzo di morti per l’Oms sarebbero addirittura il doppio, se non il triplo. Perché altrove si muore senza nemmeno aver potuto fare un test. E i vaccini restano un miraggio.
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