Centrodestra alle comiche. La lite Lega-FdI sul Copasir diventa grottesca

Erano anni in cui anche per quello mi ero specializzato nel “giornalismo-spazzatura”: passavo dopo di loro e raccoglievo le informazioni scartate dal cestino con qualche trucco ben studiato, prima che li raccogliessero in sacconi della spazzatura gli addetti alle pulizie del Parlamento. In un paio di occasioni raccolsi qualche notizia degna di nota. La maggiore parte delle volte aria fritta. Inutile mitizzare troppo un ruolo come quello in un Paese dove quello che viene ritenuto il più diabolico e astuto nostro agente segreto- Marco Mancini- si fa pizzicare a filmare come un principiante mentre parlava con Matteo Renzi in una piazzola di sosta dell’autostrada da una signora che attende il papà andato a fare pipì con qualche difficoltà. Non siamo il paese dei James Bond, ve lo assicuro.

Questa vicenda ha solo gettato una brutta ombra sul centrodestra e comunque si risolva ha avuto un peso che non meritava. Ma è riuscita a provocare anche altri guai. Litigando i due leader non si sono mai visti e non hanno trovato un’intesa su chi candidare a Roma, a Milano e nelle grandi città dove tutti gli altri schieramenti sono ormai in campo a fare campagna elettorale. Tempo prezioso perso, possibili buoni candidati che hanno gettato la spugna vedendo l’ambientino in cui si sarebbero trovati, e ora soluzioni di ripiego.

A Roma ad esempio si pensa di candidare Enrico Michetti, un avvocato che pare noto agli ascoltatori di Radio Radio ma di cui molti (me compreso) nulla sapevano fino ad ora. Sarà persona rispettabile, non lo metto in dubbio. Fa anche il direttore della Gazzetta amministrativa, che è un lavoro nobilissimo. Ho sentito molte ore di sue interviste e trasmissioni degli ultimi anni e capito che a Radio Radio cercava di grattare la pancia del pubblico con qualche uscita roboante, prendendosela con la casta e con i parlamentari, ma poi da grande esperto della pubblica amministrazione si metteva il doppio petto passando a Sky per dotte dissertazioni e difese a spada tratta dei dipendenti pubblici infamati da un manipolo di furbetti del cartellino. Michetti andrà benissimo, per carità. Ma il fatto di essere praticamente sconosciuto non aiuta una campagna elettorale dove il centrodestra parte in svantaggio rispetto a tutti gli altri, perché ha perso inutilmente tempo dietro scaramucce interne. Complicato e quasi impossibile fare conoscere ora un candidato sperando che emerga fra gli altri. In campo nell’ultimo quarto d’ora puoi mettere anche un giocatore che ha poco fiato, ma deve essere un bomber conclamato in grado di dare la zampata vincente come ai vecchi tempi. Follia chiamare dagli spogliatoi uno che non sai manco come sappia muoversi in campo. E qui la questione è seria, meno da ridere. Non c’è più tempo da perdere: o il centro destra torna tale (ed è l’unico modo per pensare di vincere) o si lascia tutta la posta agli avversari, e i sondaggi pur generosi si trasformeranno in carta straccia.

IL TEMPO

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