Tinagli: “Giusto tassare le eredità, ma escludiamo i rami d’azienda”
Alessandro Barbera
«Potremmo trovarci dentro una congiuntura micidiale»: meno margini per la spesa pubblica, e una banca centrale meno generosa. «È bene iniziarne a discutere». Irene Tinagli, classe 1974, dopo la nomina a vice di Enrico Letta nel Partito Democratico si divide fra Bruxelles, Roma e Milano, dove vive il figlio di 7 anni. Da presidente della Commissione economia del Parlamento europeo questo weekend ha partecipato al vertice dei ministri finanziari in Portogallo, dove si è discusso di un argomento rilevante per l’Italia: il ritorno al patto di Stabilità, invocato dal blocco dei Paesi nordici.
Tinagli, partiamo dall’inizio: la proposta di Letta per il ripristino della tassa di successione. Che ne pensa?
«Sono
piuttosto sorpresa dalla polemica. In Italia abbiamo notoriamente un
fisco sbilanciato che tassa troppo il lavoro e troppo poco le eredità.
Abbiamo un welfare sbilanciato sugli anziani e una mobilità sociale
bassissima: i figli dei poveri restano poveri, i figli dei ricchi sono
sempre più ricchi. Di equità distributiva in uscita dalla pandemia
stanno discutendo tutti i governi del mondo, a partire da quello
americano. Letta ha fatto una proposta che val la pena di essere
discussa, non ha emanato un decreto». Forse il segretario ha sbagliato i tempi? Non crede che parlare di tasse in questo momento sia scivoloso?
«Spiace
solo che la polemica si sia innescata nelle ore in cui abbiamo
contribuito ad approvare il decreto Sostegni-bis, dove ci sono molte
misure a favore di lavoratori e imprese volute anzitutto dal Pd. Il
discorso andrà approfondito dentro la riforma fiscale. Io ad esempio
penso che una tassa di successione di quel tipo debba escludere i rami
di azienda».
Draghi ha stroncato la proposta di Letta. O no?
«In
questo momento il premier ha la preoccupazione di tenere insieme una
maggioranza politica piuttosto larga. Ai partiti spettano le proposte, a
lui la sintesi».
La proposta del segretario Pd ha comunque un merito: ci ha fatto ricordare che non possiamo accumulare debito all’infinito. Sbaglio?
«Vengo dalla riunione dell’Eurogruppo, dove si è appunto iniziato a discutere del ritorno al Patto di Stabilità. Al momento la sua sospensione è prevista fino alla fine del 2022, una scadenza che ad alcuni potrà sembrare lontana ed invece è vicinissima.
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