Funivia Stresa Mottarone, tre fermi nella notte: anche il gestore dell’impianto | “Freno manomesso per evitare un’anomalia”
“Già diversi viaggi con quelle anomalie” – Entrata in funzione da circa un mese, dopo lo stop a causa della pandemia, la funivia del Mottarone “era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi”, ha affermato ancora Olimpia Bossi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dalla ripresa del servizio l’impianto presentava delle “anomalie”. Problemi presenti “anche prima, quando la funivia veniva attivata solo per manutenzione o servizi che non comportavano il trasporto dei passeggeri”. Poi, quando le misure anti-Covid sono state allentate e si è tornati alle attività normali, “questi incidenti si sono verificati con cadenza se non quotidiana comunque molto frequente. Erano stati richiesti ed effettuati interventi tecnici per rimediare ai disservizi, ma non erano stati risolutivi. Così si è pensato di rimediare”.
“L’altra cabina non aveva il forchettone” – La rottura del cavo “è stata l’innesco della tragedia. Ora si tratta di approfondire quanto accennato sui freni, abbiamo bisogno dell’intervento dei tecnici”. Secondo la Procura di Verbania, domenica l’altra cabina non aveva il forchettone, “ma verificheremo se l’apposizione era stata fatta anche su quella. Bisogna anche capire se la presenza di un solo ‘forchettone’ o due avrebbe avuto effetto analogo”.
“Valutiamo le posizioni di altre persone” – La Procura di Verbania si è riservata inoltre “di valutare eventuali posizioni di altre persone”. A partire da mercoledì “cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito”, ha affermato Bossi. Il procuratore ha poi parlato di “un quadro fortemente indiziario” nei confronti dei fermati, ovvero le persone che avevano, “dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità di intervenire. Coloro che prendevano le decisioni”.
TGCOM
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