Funivia del Mottarone, tra gestore privato e soldi pubblici: il rebus della proprietà
La funivia invecchia in fretta. Nel 2009 la manutenzione diventa ancora straordinaria. Nasce addirittura un comitato, fioriscono le petizioni per accelerare i tempi dei lavori di ammodernamento, nel frattempo diventati obbligatori per legge. Nel 2011, il Comune di Stresa chiede alla Regione di riprendere la proprietà dell’impianto, ma continua di fatto ad amministrare i rapporti con il gestore. A maggio di quell’anno la Regione elabora un progetto definitivo da 3.301.029 euro, con la promessa di metterci la metà della somma necessaria. Nessun altro si fa avanti. La funivia chiude per la prima volta nel 2013 per la sostituzione delle pulegge e delle funi, interventi che si erano resi necessari dopo che i pezzi erano risultati usurati durante un’ispezione. Ma non basta. A ottobre del 2014 nuova chiusura, mentre intanto la concessione è scaduta da un anno.
Dopo quasi due anni di fermo, la funivia torna in attività il 13 agosto 2016. La gara d’appalto, intanto, è salita fino a 4,4 milioni di euro. Regione e Comune garantiscono per 3,4 milioni. Il resto deve metterlo la nuova società che gestirà l’impianto, nata dal sodalizio tra le Ferrovie del Mottarone di Nerini e la Leitner di Bolzano, fornitrice delle funi. La Regione Piemonte fa un comunicato per dire che non ne vuole più sapere, ora dipende tutto dal Comune di Stresa, il quale con la nuova concessione garantisce ai gestori un finanziamento annuale di 143.000 euro in cambio di un versamento di seimila euro per l’utilizzo di alcune sue strutture nella piazzola di arrivo in vetta al Mottarone. Adesso diventa importante stabilire chi è il vero proprietario della funivia. Potrebbe essere un dettaglio utile. Anche per capire le vere cause del disastro.
CORRIERE.IT
Pages: 1 2