Sul Codice degli appalti “trovare un punto di incontro”. Draghi lavora a modifiche

Cambiamenti ci saranno riguardo la liberalizzazione dei subappalti, mentre potrebbe essere non inserita la norma sul massimo ribasso. I cambiamenti saranno “molto importanti, sollecitati dalla Commissione. Profondi”. Mario Draghi lo ha detto a chiare lettere durante la conferenza stampa a Bruxelles rispondendo ad alcune domande riguardo la riforma del codice degli appalti che sta dividendo non solo la maggioranza ma anche i partiti al loro interno. “Mi aspetto una diversità di vedute – aggiunge – si tratterà di trovare un punto di incontro senza che venga snaturato l’obiettivo principale di questo sforzo, la costruzione di un’Italia più equa, competitiva, capace di aumentare la produzione sostenibile e l’occupazione. Insomma, l’Italia che vediamo nel Pnrr”.

Al centro dell’attenzione, stando ad alcune bozze circolate nei giorni scorsi, ci sono la “liberalizzazione del subappalto” e le “gare al massimo ribasso” che, secondo i sindacati, porterebbero il Paese “indietro di vent’anni, ai tempi del governo Berlusconi”. Con la liberalizzazione del subappalto si tratterebbe di eliminare quella quota di lavori che chi vince una gara può affidare ad altri. Quota che era stata aumentata due anni fa dal 30 al 40% per rispondere alle contestazioni della Corte di giustizia europea. Tuttavia, come fa capire anche il premier quando nel suo discorso nomina la Commissione europea, sul piano comunitario non è previsto alcun limite per affidare i subappalti ed è in questa direzione che l’Italia dovrebbe andare per rispondere anche alle osservazioni dell’Ue.

Discorso diverso invece riguarda “le gare al massimo ribasso”, ovvero la reintroduzione del criterio secondo cui nelle gare pubbliche il contratto viene affidato a chi presenta il prezzo più conveniente. Il rischio, secondo i sindacati, è che ne risentano la qualità, la sicurezza e le retribuzioni dei lavoratori.

Ma il governo trova l’ostacolo non solo dei sindacati ma anche dell’ala più a sinistra del Pd e del Movimento 5 Stelle. La stessa responsabile dem alla Infrastrutture Chiara Braga ieri si è detta contraria alla liberalizzazione del subappalto e al criterio del massimo ribasso. I sindaci Pd invece sono di tutt’altro avviso e oggi hanno incontrato il segretario Enrico Letta, al quale hanno ribadito la necessità di abolire le quote che limitano l’affidamento dei subappalto e studiare invece delle regole più rigide per vigilare sulle ditte e sulle aziende. Un compromesso potrebbe essere anche un ulteriore innalzamento delle quote, ammesso che la Commissione europea sia d’accordo, mettendo da parte almeno per un po’ la reintroduzione del principio del massimo ribasso.

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