Draghi, il sovranismo e la strategia di Salvini: la Lega non vuole recinti

E allora si capisce perché nella Lega — come già succede in Fratelli d’Italia — si ragiona sulla politica economica di Biden,«che ci costringerà a rincorrere gli Stati Uniti». Ma Salvini ritiene che il processo evolutivo abbia bisogno di tempo, per non perdere forza per strada e arrivare solidi all’appuntamento. Così il contropelo di Draghi non li coglie impreparati. Non foss’altro perché Giorgetti sull’argomento insiste, e non da oggi. Anzi, come s’intuisce dai conversari del ministro leghista, proprio l’approccio da «europeista non prono» del premier favorisce una «miscela di sovranità, di interesse nazionale e di ricostruzione dell’Unione» che può tornare utile in vista di un riposizionamento politico del Carroccio. È la linea dell’euro-realismo che, nei colloqui riservati e in alcune uscite pubbliche, il titolare dello Sviluppo economico ha contrapposto al«vecchio euro-lirismo» con cui la sinistra ha storicamente combattuto la destra. Perché — secondo la tesi di Giorgetti — «se l’Europa sta dando adesso risposte ai problemi provocati dalla pandemia, non è per le regole o i Trattati, ma per la capacità che ha avuto di sospendere regole e Trattati. Perciò si può dire che chi era euroscettico, non contro l’Unione ma contro un tipo di politica dell’Unione, aveva ragione. Per esempio, è grazie a Draghi — che trovò il modo di aggirare il Trattato istitutivo della Bce — se ora la Lagarde può percorrere quel sentiero. Le deroghe insomma consentono oggi all’Unione di sopravvivere. Per crescere deve cambiare».

È un’argomentazione che anticipa un cambiamento. Ed è ovvio che toccherà a Salvini stabilire all’evenienza modalità e tempi. Intanto il leader del Carroccio risponde alle parole di Draghi trovando il modo di fare un passo verso quella direzione: «L’antitesi sovranismo-globalismo non regge più. L’era post Covid spinge verso un percorso comune che rimetterà tutto in discussione. Penso a certi organismi sovranazionali, all’Organizzazione mondiale della sanità o ad alcune Agenzie europee, che nella lotta al virus hanno fallito». L’avviso ai naviganti viene circoscritto da Salvini, siccome «noi non puntiamo a chiuderci in un recinto. Non è questa la scommessa della Lega. Bisogna semmai coniugare i valori dell’identità e della condivisione. A questo servono gli organismi sovranazionali, che vanno strutturati in modo diverso, democratico e partecipato. Non gestiti da burocrati». La polemica con il premier non è contemplata, «anche perché noi siamo al governo con Draghi e lì staremo finché lui resterà a Palazzo Chigi».

CORRIERE.IT

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