Funivia, sono in arrivo altri indagati. La pm rilancia: “Non è finita”
Sia sincera, è delusa? «È giusto così: procura e tribunale svolgono ruoli diversi. Noi continuiamo con determinazione nella nostra attività, che come ho detto fin dall’inizio sarà complessa e non tralascerà alcune aspetto. Non esprimo considerazioni sulle decisioni del gip. Una sola riflessione: penso sia mancata una visione d’insieme nell’esaminare la concatenazione logica degli elementi di prova che abbiamo raccolto. Scontato che se analizzati singolarmente, perdono di forza». Bossi rientra da una passeggiata; alla stessa ora, una settimana fa, stava coordinando le prime azioni di polizia giudiziaria e il recupero delle quattordici salme della cabina numero 3, precipitata nel bosco di abeti lungo il pendio affacciato su Stresa e le isole Borromee.
Sebbene con funzioni contrapposte, Bossi condivide ogni giorno le aule del palazzo di giustizia di Verbania con il giudice Donatella Banci Buonamici: «Sta nelle regole del nostro lavoro e va a dimostrare come non c’è bisogno di una legge che separi le carriere tra magistratura giudicante e inquirente per evitare ambiguità e indipendenza degli uffici. Un po’ di delusione chiaramente c’è, ma è riferita solo all’enorme impegno concentrato in pochi giorni, soprattutto da parte dei carabinieri. Diciamo che per un po’ il caffè che a volte bevevo con il giudice alla macchinetta, lo prenderò da sola nella mia stanza».
Ora si darà precedenza agli accertamenti irripetibili, gli incidenti probatori. Anche perché la carcassa della funivia non può restare a lungo nel bosco se si vuole conservare tutti i reperti in buone condizioni. E per questo dovrebbero arrivare a breve nuovi indagati.
LA STAMPA
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