Brusca e la scultura d’aria della politica italiana
Tre notizie.
Prima notizia: Salvatore Garau (leggo da Wikipedia) è un pittore e un batterista nato in provincia di Oristano sessantotto anni fa. Ora è anche uno scultore. Ha realizzato una scultura d’aria. Cioè una scultura che non si può vedere e non si può toccare ma la scultura, assicura Garau, esiste. E infatti l’ha anche venduta. Prezzo: quindicimila euro. Non si conosce il nome del fortunato collezionista ma, secondo istruzioni, la collocherà in casa in uno spazio vuoto dall’ingombro di circa un metro e mezzo per un metro e mezzo, di modo che lo spazio vuoto resti vuoto, o meglio sia riempito dal vuoto della scultura d’aria.
Seconda notizia: Matteo Salvini e Giorgia Meloni – che sono contrari all’abolizione dell’ergastolo ostativo, cioè sono per la carcerazione perenne e senza scampo di chi non si pente davanti al magistrato, e quindi non fa nomi, non svela responsabilità eccetera – si dichiarano furibondi per la scarcerazione dopo venticinque anni di Giovanni Brusca, assassino di Giovani Falcone e molto altro, che si è pentito, ha fatto nomi, ha svelato responsabilità eccetera. Dunque, secondo Meloni e Salvini, chi non si pente non deve uscire mai, e chi si pente non deve uscire mai, e allora è inutile pentirsi e addio pentiti (chissà, magari è un bene).
Seconda notizia bis: l’intero Parlamento, dall’estrema destra all’estrema sinistra (tranne i soliti radicali), compresi Pd e Forza Italia, esprime la medesima indignazione: Brusca non andava scarcerato. Pertanto il Parlamento è fuori di sé per l’applicazione della legge sui pentiti votata dal Parlamento. Se ne deduce che il Parlamento sta protestando contro il Parlamento. In questo caso non rimane che una strada impervia: per cambiare la legge il Parlamento dovrebbe affidarsi al Parlamento.
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