Ecco il mondo con 3 gradi in più
di Giuliano Aluffi
Addio lemuri del Madagascar, addio tigri del Bengala, addio
testuggini giganti delle Galapagos: prepariamoci a dire addio a queste e
a tante altre specie iconiche se il pianeta supererà di oltre 3 gradi
centigradi la temperatura dei tempi pre-industriali. Lo suggerisce uno
studio pubblicato sulla rivista Biological Conservation, che
analizzando 270 hotspot di biodiversità in tutto il mondo, stima che
oltre i 3 gradi in più sarebbero a rischio di estinzione, tra tutte le
specie endemiche, ovvero quelle che vivono esclusivamente in un’area del
pianeta, quasi la metà di quelle marine e il 20% di quelle terrestri
(tra cui ben l’84% delle specie che vivono in montagna). Se invece si
riuscirà a contenere il riscaldamento entro il limite previsto dagli
accordi di Parigi, ovvero 1,5°C, lo scenario sarà assai meno drammatico:
ad esempio sarebbe a rischio solo il 2% delle specie endemiche
terrestri.
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(Infografica animata di Paula Simonetti e Gedi Visual)
“In un recente studio abbiamo osservato il modo in cui il cambiamento climatico ha già causato l’estinzione di popolazioni locali di animali. Abbiamo considerato 500 specie di tutto il mondo. E abbiamo stimato che in uno scenario che rispetti gli accordi di Parigi, il 15% delle specie che abbiamo considerato si estinguerà”, spiega John Wiens, docente di ecologia alla University of Arizona di Tucson. “Se invece si supererà quel limite, la percentuale di specie a rischio estinzione potrebbe superare il 30%”.
Tra tutte le specie considerate da Wiens, quelle più vulnerabili al cambiamento climatico sono risultate le specie tropicali: “Crediamo sia perché tendono ad avere nicchie climatiche molto ridotte. Mentre in Italia è caldo in estate e freddo in inverno, nei tropici, a basse elevazioni, è caldo tutto l’anno. In altura, ai tropici, è relativamente fresco, ma mai molto caldo o molto freddo. Così sembra che le specie tropicali non siano molto resilienti ai cambiamenti di temperatura: vediamo una proporzione più alta di estinzioni locali in queste specie”, spiega Wiens. “Questo è particolarmente preoccupante se si pensa che i tropici sono l’area che ospita il maggior numero di specie del pianeta”. Acqua / L’intervista
Già oggi si sono viste molte estinzioni locali. “Ad esempio, nel Sudamerica ci sono state estinzioni locali di almeno un centinaio di specie di rane e lucertole, per via degli effetti combinati dell’aumento di temperatura e di varie malattie”, spiega Wiens. “Poi abbiamo molti dati sul declino nelle popolazioni di api e farfalle in tutto il mondo, e questo è un problema perché impollinano le piante che sfamano l’umanità. Ci sono mammiferi marini e coralli a rischio estinzione negli oceani, ed interi ecosistemi che dipendono dai coralli”. Ghiaccio / L’intervento
E le specie a maggior rischio climatico sono quelle endemiche delle
isole tropicali. “Sia per l’innalzamento del livello del mare dovuto al
riscaldamento globale che per il fatto che sulle isole non c’è molto
spazio a disposizione delle specie terrestri per spostarsi dove fa più
fresco”, spiega Wiens.
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