L’alba nascente del SuperBoom

Alan Friedman

Mentre buona parte dell’Europa riapre e la campagna vaccinale procede senza sosta, molte persone sono ancora preoccupate, com’è comprensibile, per le prospettive a breve termine. Soprattutto per quanto riguarda il turismo, che fa fatica, e i settori dell’ospitalità in genere. Molte strutture balneari sono in difficoltà, così come ristoranti e negozi. Per non parlare poi degli infiniti dibattiti sui temi più vari, come la riapertura delle discoteche e i problemi organizzativi dei green pass. Inoltre ancora non è chiaro se potremo ricevere la seconda dose in vacanza o no. Ma c’è anche un’altra prospettiva di lungo termine, più ottimistica, incentrata sul mondo post pandemia. Ci sono le condizioni per raggiungere una crescita seria e sostenibile, in Italia così come nell’Eurozona tutta e negli Stati Uniti. E non per un anno o per un biennio, ma per buona parte della prossima decade. In parole povere, potremmo trovarci all’alba di un SuperBoom in gran parte dell’Occidente, un periodo di creazione di posti di lavoro correlati ai nuovi investimenti nelle infrastrutture, una crescita economica drogata, per così dire, dalla combinazione di diversi fattori: una spesa pubblica enorme, senza precedenti, il rialzo della domanda da parte dei consumatori, a lungo forzosamente repressa, e le nuove opportunità offerte dallo sviluppo dell’economia green e digitale.

Il “fattore spesa pubblica” non va sottovalutato. I suoi effetti salutari, se gestiti nel modo corretto, potrebbero contribuire ad alimentare un decennio che alcuni a Wall Street già paragonano ai “ruggenti anni venti”, o come li chiamiamo in America, the Roaring 1920s! Se vi sembra troppo ottimistico per un Paese che fatica a portare a termine le riforme che devono tassativamente accompagnare gli investimenti pubblici del Piano nazionale di ripresa e resilienza, considerate che l’Italia beneficerà anche della crescita fortissima dell’economia statunitense. Grazie ai massicci programmi di spesa pubblica lanciati sia dal presidente Joe Biden in America sia dalla Commissione europea, nonché al proseguimento delle politiche monetarie espansive su entrambi i lati dell’Atlantico, la devastazione sociale ed economica del 2020 potrebbe essere ben presto rimpiazzata da un vero e proprio boom con tutti i crismi, e per diversi anni. Tempi più floridi sono alle porte per quasi tutto il mondo occidentale. L’importante è che le vaccinazioni proseguano ai ritmi attuali. Cosa che non va data per scontata. In ogni caso, buona parte degli economisti prevedono una ripresa più robusta già a partire dall’autunno di quest’anno, e persino più forte nel 2022.

In Itala l’economia è crollata del 9 per cento nel 2020, e anche se dovesse esserci un rimbalzo dell’ordine del 4,5% l’anno bisognerà comunque aspettare l’ultimo trimestre del 2022 per tornare al Pil del 2019. Ma Usa e Cina avranno una crescita spettacolare già da quest’anno, che dovrebbe risollevare l’intera economia globale. La domanda proveniente da queste due superpotenze potrebbe rivestire un enorme valore per l’export del “made in Italy”, e i piani di spesa di Biden offriranno grandi opportunità anche per le compagnie europee. Parliamo di una crescita potenziale di fatturato di 300 miliardi di dollari.

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