I quesiti e l’appello al popolo la scintilla per scuotere il governo
Favorevoli i repubblicani (non a caso, il partito era nato praticamente dal plebiscito monarchia-repubblica) e i liberali. In conclusione, con uno di quei compromessi rimasti famosi nella storia dell’Assemblea, il referendum fu approvato e messo in un cassetto. Ci vollero 22 anni, dal ‘48 al ‘70, per approvare in Parlamento la legge attuativa che portò poi, quattro anni dopo, alla prima consultazione sull’abrogazione delle norme che avevano introdotto lo scioglimento legale del matrimonio, considerato “indissolubile” da Chiesa e Dc. L’uomo che riuscì nell’impresa di realizzare il primo referendum era Marco Pannella, il capo del minoritario (ma protagonista della vita politica nazionale) partito radicale. E benché i comunisti, impegnati nella politica del “compromesso storico” con i democristiani, fossero contrari e decisi a trattare fino all’ultimo con il Vaticano, per trovare un modo di evitare il voto che avrebbe spaccato l’Italia, Pannella riuscì a convincere gli altri, e con il loro aiuto a raccogliere le 500 mila firme necessarie per promuovere la consultazione e a creare la coalizione che poi trascinò sul fronte vittorioso del “No” anche Berlinguer e il Pci.
Sembra incredibile vedere come si assomiglino gli argomenti contrari al voto. Allora come adesso c’era il timore di una divisione della maggioranza di governo (che pure nel ’70 s’era già divisa, aprendo la strada alla crisi di governo innescata dalle clamorose dimissioni del presidente del consiglio Leone, che preferì lasciare Palazzo Chigi piuttosto che firmare la legge sul divorzio approvata con il voto contrario di Dc e Msi). Oggi c’è chi paventa la rottura del fragile accordo di unità nazionale che sorregge il governo Draghi, a detta di tutti l’ultimo di una legislatura che potrebbe finire anticipatamente, precipitando il Paese verso elezioni anticipate.
C’è chi non vede ragioni per ostacolare o interrompere il difficile tentativo della ministra di Giustizia Cartabia di varare le riforme del processo civile e penale (soprattutto questa seconda, in parte contenuta nelle proposte referendarie che puntano alla responsabilità civile dei magistrati e anche, argomento non condiviso, alla separazione delle carriere tra pm e togati giudicanti). Anche se non è affatto detto che la consultazione mandi per aria il lavoro della Guardasigilli. C’è chi sospetta che la pronta adesione di Salvini al progetto radicale sia legata al possibile scioglimento delle Camere. Ma c’è anche chi, dall’interno di partiti storicamente freddi in materia referendaria, si sta lasciando tentare: i pd (ex-Pci) Bettini e Finocchiaro, che sanno come, una volta che il referendum è partito, molto spesso va avanti a valanga, trascinando tutto e tutti dietro di sé.
LA STAMPA
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