Conte: «Alcune decisioni del governo ci hanno disorientato, ma continueremo a sostenerlo»
La prescrizione sembra destinata a cambiare.
«Con Bonafede abbiamo programmato massicci investimenti per accelerare i processi,
per una giustizia più efficiente ed equa. Siamo invece contrari a
meccanismi che alimentino la denegata giustizia. Ci confronteremo in
modo chiaro e trasparente con le altre forze politiche».
Il dualismo tra lei e Di Maio tornerà a galla, o il ministro degli Esteri farà parte della sua squadra?
«Sono tre anni che questo presunto dualismo scompare e riappare sui giornali, in realtà abbiamo sempre lavorato proficuamente fianco a fianco e siate certi che Luigi darà il suo contributo fondamentale anche al nuovo Movimento».
Draghi lo vede meglio a Palazzo Chigi o al Quirinale?
«In
questo momento è importante che il governo possa proseguire il suo
percorso e dobbiamo evitare che il toto-Quirinale diventi un elemento di
confusione».
Le dispiace che
Draghi abbia segnato la discontinuità dal suo governo dando subito la
delega ai Servizi a Gabrielli e sostituendo, al Dis, Vecchione con Belloni?
«Sono
scelte che rientrano nelle prerogative del premier. Durante la scorsa
esperienza di governo altri sembravano averlo dimenticato e si
stracciavano le vesti ogni giorno, perché esercitavo queste prerogative
di legge. Il dibattito su continuità e discontinuità non mi appassiona, non vivo la politica sulla base di personalismi».
Figliuolo invece di Arcuri?
«Sono situazioni incomparabili. Arcuri ha fatto un lavoro straordinario nonostante
critiche ingenerose e spesso strumentali, ha permesso all’Italia di
partire con il piede giusto nella fase in cui dovevamo fare i conti con
la mancanza dei vaccini e comunque anche allora eravamo tra i primi in
Europa. La situazione oggi è molto diversa, Figliuolo e le Regioni
stanno efficacemente completando la campagna vaccinale».
Coprifuoco, sì o no?
«Vista la calda stagione mi preoccuperei meno di mantenere il coprifuoco
e più di far ripartire tutte le imprese, soprattutto quelle che
soffrono per la concorrenza dei giganti del commercio online, quelle
della filiera turistica, della cultura e dello spettacolo».
Che leader sarà, Conte?
«Un
leader eletto democraticamente e chiamato a operare la sintesi in modo
da orientare la rotta e tenere la barra dritta. Non avremo un uomo solo
al comando, ma nuove figure e ruoli con numerosi organi che si
occuperanno di rapporti col territorio, rapporti internazionali,
iniziative legislative, scuola di formazione…».
Cambierà nome al M5S?
«Dopo che i tecnici avranno verificato i dati degli iscritti annunceremo le tappe, lanceremo il cronoprogramma e anche la manifestazione a cui stiamo lavorando. Ho assunto con grande entusiasmo l’impegno a elaborare il nuovo progetto
e portare il nuovo statuto, che sarà votato prima delle cariche
elettive. Il leader sarà eletto dagli iscritti. Li consulteremo ancor
più di prima, attraverso una piattaforma telematica che rimarrà lo
strumento principale».
Cadrà il limite del secondo mandato?
«La
questione non è nel nuovo statuto, sarà risolta in seguito con il nuovo
codice etico e la discussione sarà fatta in modo trasparente
coinvolgendo anche gli iscritti».
Grillo resterà garante?
«Nel nuovo Movimento sarà ben chiara la figura del garante e questa figura non può non essere Grillo, presenza insostituibile».
Davide Casaleggio sbatte la porta e se ne va. Lei proverà a impedire che faccia un movimento alternativo?
«Le strade si sono divise, ma io e tutto il Movimento abbiamo grande rispetto per Casaleggio, padre e figlio. Bisogna avere rispetto per la propria storia, non ci può essere futuro senza radici. Partiremo dai valori fondativi come trasparenza, partecipazione, condivisione
e saremo ancora più innovativi sulla lotta alle diseguaglianze sociali,
l’attenzione ai bisogni delle famiglie e delle imprese. Sulla base di
questi principi costruiremo una struttura leggera, ma efficiente, con un
linguaggio e un metodo di lavoro rinnovati».
Come rimettere insieme i cocci, dopo l’uscita di nomi pesanti come Di Battista, Lezzi, Morra, Trenta?
«L’appoggio a Draghi è stato una scelta difficile e io ho rispetto per chi si è allontanato.
Ma non potevamo volgere le spalle alla sofferenza degli italiani,
quella scelta andava compiuta e io ho subito posto le condizioni perché
partisse il nuovo governo e si completassero campagna vaccinale e Pnrr. Di Battista è un ragazzo leale e appassionato,
adesso è in partenza per l’America Latina ma quando tornerà ci
confronteremo e valuteremo le ragioni per camminare ancora insieme».
Si candiderà alle suppletive di Roma?
«Io non ho mai pensato di correre per il seggio di Roma.
Mi farebbe davvero molto piacere restituire quello che Roma mi ha dato,
ma non posso assumere impegni con i romani che non potrei mantenere.
Devo dedicarmi a tempo pieno alla ripartenza del Movimento. Un seggio in
Parlamento è un onore ma sarebbe un disonore lasciarlo sistematicamente
vuoto».
Le Amministrative sono la prova che l’alleanza col Pd è un fallimento?
«Io non do affatto un giudizio negativo del dialogo che stiamo coltivando col Pd e le altre forze di sinistra, su alcuni territori abbiamo già trovato delle intese e continuiamo a lavorare per siglare accordi in altri Comuni. Come già a Napoli, stiamo lavorando insieme per costruire un solido patto anche per le Regionali calabresi. La direzione di marcia è chiara e la nostra identità sarà così forte che ci consentirà di dialogare anche con l’elettorato moderato».
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