Vita da cani
Mattia Feltri
Conoscete Myrta Merlino, vero? Conduce “L’aria che tira su La7”. Mercoledì sera l’ha combinata grossa: come Fracchia s’è fatta la spia da sola. Ha pubblicato su Twitter una conversazione via WhatsApp con Giorgia Meloni. Più o meno è così.
Merlino ricorda a Meloni l’appuntamento in tv del giorno dopo, Meloni assicura di ricordarsene e di essere felice di tornare, Merlino risponde perfetto, e chiede a Meloni se è pronta alla corsa per Palazzo Chigi, Meloni dice di essere stata già a Palazzo Chigi, a parlare con Mario Draghi, ma al passo, non di corsa… Seguono faccine ridenti. Immagino vi stiate chiedendo perché racconto una scemenza del genere. Proprio perché è una scemenza.
E infatti se c’è una scemenza il popolo dei social la fiuta come un cane da trifola. Lo scandalo è stato irrefrenabile. Merlino slurp, Merlino non ha la schiena diritta, Merlino non è una giornalista scomoda. La più bella di tutte, a proposito di cani da trifola, ché qui è proprio questione di cani sguinzagliati, è che il giornalismo è ben altro, e cioè è il cane da guardia (questa cosa che dovremmo diventare cani per ambizione, quando spesso lo diventiamo per tragico destino, non l’ho mai capita). Però è sempre interessante scoprire come si suppone la nostra esistenza, di gente che scrive a Meloni «si ricorda di domani, brutta fascista? Colgo l’occasione per porgere distinti saluti». Altrimenti è untuosa, infida, losca.
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