Enrico Letta non piace più al Partito Democratico: no a Ius Soli e patrimoniale. Scatta la fronda
Per il senatore Pd si tratta di «un errore esiziale che rinnega la capacità espansiva che è stato il segno distintivo del Pd fin dalle sue origini: unire i riformismi e darsi un orizzonte maggioritario e di governo, non identitario di opposizione». Una riflessione che riguarda anche «il perimetro della coalizione. Pensiamo il nostro destino sia un matrimonio a sinistra con i 5Stellee e Leu, in cui non è neanche detto sia il Pd la parte centrale e moderata dato il profilo che leadership di Conte potrebbe dare al nuovo partito? Oppure riteniamo questa convergenza non esaustiva e pensiamo vada costruito un fronte di forze moderate sul modello di quello che ha dato vita alla maggioranza parlamentare europea a sostegno della Presidente von der Leyen?».
Alle osservazioni dei senatori ha replicato la capogruppo Simona Malpezzi che, a quanto si riferisce, ha difeso la linea del segretario Letta «emancipandosi» dai suoi colleghi di area, tutti di Base Riformista, che oggi sono intervenuti nella riunione al Senato. L’invito della presidente è stato quello di preoccuparsi di costruire intanto contenuti e poi di pensare agli schieramenti, confermando che il posizionamento del Pd non cambia: baricentro di una possibile coalizione, che guarda a tutti gli interlocutori senza preclusioni verso nessuno.
IL TEMPO
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