Quel brutto pasticcio aiuta i no vax
Marcello Sorgi
Comunque la si guardi, la vicenda del vaccino AstraZeneca è diventata un pasticcio. Anche dopo che è emerso che la ragazza morta dopo la somministrazione soffriva di una malattia autoimmune. E non è servita certo a scioglierla la sofferta unità ritrovata ieri tra il ministro della Salute Speranza e il capo del Comitato tecnico scientifico Locatelli, d’accordo sulla linea della “ forte raccomandazione” a non farlo, e non del divieto, agli under 60. Al siero anglo-svedese infatti è legata una catena di stop and go a livello europeo inspiegabile. In Germania il governo già a metà marzo poteva ripararsi dietro lo schermo del prestigioso istituto Paul Ehrlich, che si è assunto la responsabilità di chiedere al governo il blocco. In Italia nello stesso periodo un’uguale decisione era stata presa dall’Aifa, l’agenzia del farmaco, in un primo momento scettica sugli infortuni accaduti, e subito dopo dal governo, senza che né l’Ema, l’Ente europeo per le autorizzazioni per i vaccini, né l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, avessero condiviso le riserve su AstraZeneca. Anche perché, sospendere del tutto le vaccinazioni avrebbe significato ammettere che il precedente via libera sarebbe stato dato con leggerezza. E inoltre sarebbe stato necessario affrontare il problema di tutti coloro che avevano già avuto la prima dose, e non avrebbero saputo cosa fare con la seconda, per la quale erano già stati fissati gli appuntamenti: ciò che in pratica sta avvenendo adesso.
Sollecitata anche da Austria, Irlanda e Paesi Bassi, in cui si erano verificati altri casi di trombosi in pazienti che avevano ricevuto il vaccino (ma senza nessuna prova di rapporto di causa-effetto), l’Ema avrebbe dovuto pronunciarsi nuovamente. In Italia, esperti virologi, già nella prima fase di incertezza (uno per tutti: il professor Burioni, che aveva dichiarato in tv da Fabio Fazio di non aver dubbi, al punto da aver fatto fare AstraZeneca alla propria sorella) e autorità responsabili (come il generale Figliuolo, commissario Covid, che nello stesso programma aveva annunciato che in caso di rifiuti, AstraZeneca lo avrebbe proposto “in strada al primo che passa”) erano pronti a giurare sull’affidabilità del vaccino sotto esame.
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