Shaked-Michaeli, il tandem al femminile che ha le chiavi del governo israeliano

«Non solo Michaeli – spiega Talshir – non ha guadagnato ai Laburisti il ministero della Giustizia o degli Interni». Per ora gli Interni sono andati a Yamina e la Giustizia a Tikva Hadasha. Poi, al momento della rotazione tra Bennett e Lapid, Yamina prenderà entrambi – Bennett raccoglierà il testimone degli Interni e Shaked passerà alla Giustizia – mentre Tikva Hadasha sostituirà Lapid agli Esteri. «Ma anche per quanto riguarda la commissione che nomina i magistrati – continua l’analista -, è Shaked ad aver ottenuto la rappresentanza ufficiale per il governo». Del resto, è un osso che non avrebbe mai mollato. Le sue posizioni sulla necessità di limitare il potere della magistratura sono granitiche. Talshir si augura che i ministri della sinistra siano in grado di mostrarsi più irremovibili nei confronti del cambiamento promesso dalle destre della coalizione. Che di fatto significa riuscire a mantenere lo status quo. Ma qualche freccia al proprio arco ce l’ha anche Michaeli. A sottolinearne i vantaggi rispetto alla rivale è il professore di scienze politiche alla Ben Gurion University, Guy Ben-Porat. «Michaeli è al governo nella veste di leader in ascesa. Al contrario, Shaked poggia su un partito che ha vissuto alti e bassi. La prima ha un pubblico di sostenitori entusiasti. La seconda si è vista apostrofare “traditrice” nelle manifestazioni davanti casa sua». Insomma, una facciata di durezza, quella sfoggiata da Shaked, che potrebbe essere solo superficiale. Se il neonato governo non dovesse sopravvivere abbastanza a lungo, potrebbe essere la donna che in questo momento appare più avvantaggiata a ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. —

LA STAMPA

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