Usa-Russia, l’avvertimento di Biden su Navalny: “Se muore conseguenze devastanti”

Ad Helsinki Trump aveva accettato qualunque cosa da Vladimir, perché gli serviva a smontare il “Russiagate”. Biden non ha questo problema. Ha detto a Putin che «la mia agenda non è contro Mosca, ma a favore degli americani». Ha pragmaticamente chiarito le linee rosse invalicabili, i suoi interessi, le possibili aree di collaborazione, dalla ricostruzione della Siria all’intesa nucleare con l’Iran: «L’ultima cosa che vuole adesso è una nuova Guerra Fredda». Da qui l’accordo per rimandare gli ambasciatori; avviare lo “Strategic Stability Dialogue”, per discutere il futuro del trattato sulle testate nucleari New Start, e quello delle armi ipersoniche; iniziare le consultazioni sugli attacchi cibernetici e le regole condivise per evitarli.

I media americani hanno incalzato il loro presidente, accusandolo in sostanza di essere ingenuo: cosa succederà, se Putin non lo ascolterà? Lo ha minacciato? Quali leve ha in mano per costringerlo a fare ciò che ha rifiutato finora, negando ancora ieri tutte le accuse? Biden ha risposto di aver chiarito a Putin che ci saranno prezzi da pagare, se non cambierà atteggiamento, anche perché tutto il mondo occidentale è schierato su questa linea, come hanno dimostrato i vertici di G7, Nato e Ue. Però non si fa illusioni: «Non abbiamo ottenuto risultati, ma avviato un processo. Un barlume di speranza c’è, però fra tre o sei mesi torneremo a sederci per verificarlo».

LA STAMPA

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