Noi e il Covid, le illusioni che vanno scacciate
Certo, tutti siamo stanchi, quando vediamo un virologo in tv cambiamo canale, quando sentiamo nominare la «variante Delta» sbuffiamo come fosse un brutto film di spionaggio. I francesi possono girare senza mascherina all’aperto, presto potremo farlo anche noi. Ma illuderci che sia finita ci porterebbe a un’amara disillusione. Fino a quando non saremo vaccinati quasi tutti, non potremo stare tranquilli. E fino a quando non sarà vaccinato il resto del mondo, ci sarà sempre il pericolo che il virus ritorni, in qualche forma; perché ormai si è capito che nessun blocco dei voli, nessun limite — per quanto necessario — è risolutivo.
Questo non significa reagire con esasperazione e isteria. Al contrario, si può e si deve allentare la rigidità dei mesi peggiori mantenendo il controllo di noi stessi, per preparare nel migliore dei modi l’unica ripartenza possibile, per le relazioni umane, per il turismo, per l’economia: quella graduale e duratura, non destinata a essere interrotta dal prossimo allarme. Per questo la cosa più importante è completare la campagna di vaccinazioni.
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