Francesco Zambon, il medico che accusò l’Oms: «Rinuncio a uno stipendio da 7.500 euro al mese»
Ha subito pressioni?
«Fin dal
maggio dello scorso anno, quando ho consegnato il report. Il dottor
Guerra, direttore della prevenzione dell’Oms, mi aveva chiesto di
modificare il testo, altrimenti sarebbe andato da Tedros, il dg
dell’Organizzazione, a dire che stavo mettendo l’Oms a rischio
reputazionale. La verità è che l’Oms subisce pressioni al suo interno da
persone che hanno interessi diversi da quello della salute pubblica».
Lei ha raccontato tutto questo alla
Procura di Bergamo, dove c’è un’indagine in corso e dove il direttore
vicario dell’Oms Ranieri Guerra, indagato per falso, ha depositato una
memoria nella quale sostiene cose diverse: che il piano pandemico non
andava aggiornato se non nel 2017 e che la decisione di rimuovere il
report fu presa altrove.
«Non è così e aggiungo: lo scorso
anno la Procura di Bergamo mi aveva convocato tre volte per testimoniare
ma l’Oms non ha mai dato l’autorizzazione invocando l’immunità
funzionale che spetta ai dipendenti delle Nazioni Unite. Finché in
dicembre sono andato io spontaneamente. E sono tornato la scorsa
settimana».
Con le dimissioni ha forse anticipato il licenziamento, non crede?
«Non
ero licenziabile. Non ho mai avuto un richiamo, anzi solo
riconoscimenti per le performance. Lo scorso settembre, dopo che avevo
parlato con Report, mi avevano proposto il trasferimento in Bulgaria. E
io avevo anche accettato ma poi è scoppiata la seconda ondata e non se
n’è fatto nulla».
Si sente solo?
«Mi è mancato
il supporto all’interno dell’Oms, nessuno mi ha difeso perché il clima
lì è di terrore. Fuori ho avuto invece molta solidarietà. C’è gente che
mi ferma per strada per ringraziarmi».
Cosa farà ora?
«Ho avuto delle
proposte, sto valutando. Sono laureato in medicina e specializzato in
sanità pubblica. Mi sono sempre occupato di salute e politiche
sanitarie. Farò questo».
Non teme di ritrovare i pesci grossi della sanità?
«Sì, assolutamente, ma penso anche che ci siano delle acque dove i pesci piccoli sono più apprezzati. E poi i pesci piccoli sono molti e possono unirsi».
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