Il piano di Draghi per il lavoro: più formazione, via i navigator
ILARIO LOMBARDO
DALL’INVIATO A BARCELLONA. Dall’insistenza con cui parla di politiche attive del lavoro a ogni tappa del suo tour europeo, appare evidente che Mario Draghi vuole ricostruire da zero ciò che non ha funzionato del reddito di cittadinanza. I navigator, innanzitutto: circa tremila tutor assunti per aiutare i beneficiari del reddito a trovare una nuova occupazione. Come spiega una fonte autorevole di governo, queste figure della mitologia populista, creata ai tempi del governo M5S-Lega, a brevissimo finiranno nel dimenticatoio. Verranno assorbiti, probabilmente tramite concorso, in un piano di potenziamento, rifinanziamento e implementazione dei centri per l’impiego sul quale sono impegnati ministero del Lavoro e Tesoro, sotto il coordinamento di Palazzo Chigi. Il piano, che potrebbe entrare nella prossima legge sugli ammortizzatori sociali ed essere collegata alla legge di Bilancio, prevede anche il commissariamento delle Regioni che non saranno in grado di spendere i soldi destinati ai Cpi, gli uffici che sulla carta servirebbero da sentinelle sul mercato del lavoro.
Per Mario Draghi è una sfida fondamentale in vista della ripresa economica, come emerge dal discorso tenuto ieri a Barcellona, in occasione della consegna del premio del Cercle d’Economia per la costruzione europea. «Le nostre società – dice – stanno attraversando dei cambiamenti economici importanti e dobbiamo dare un sostegno ai lavoratori attraverso politiche attive del mercato del lavoro. Questo vuol dire creare nuove opportunità per le donne e per i giovani, oltre a riqualificare tutti coloro che hanno perso il lavoro». Se il reddito di cittadinanza è servito a mantenere la coesione sociale durante l’emergenza, la formazione e i centri dell’impiego devono tornare al centro delle politiche attive. Ci sono a disposizione già 500 milioni di euro e altri 4,5 miliardi sono previsti nel Pnrr. La responsabilità, da Costituzione, è in capo alle Regioni che, però, soprattutto al Sud, non investono i soldi. In questo modo, i Cpi restano senza sedi e personale: appena 8-9 mila addetti in Italia contro i centomila circa della Germania. I navigator sono stati un fallimento e vanno rimpiazzati velocemente: il governo vorrebbe assumere altri 12 mila addetti e rafforzare la supervisione nazionale sui centri (un’agenzia c’è già ed è Anpal, commissariata), intervenendo dove non funzionano.
Draghi non è insensibile all’impatto della fine del blocco dei licenziamenti sul fronte occupazionale. Per questo chiede di «agire rapidamente». Nella capitale catalana è atteso per tre incontri. Il primo al grattacielo a forma di vela che sta a guardia delle spiagge della Barceloneta, il secondo a Montjuic, in un bilaterale con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, il terzo al foro italo-spagnolo.
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