Così Draghi ha deciso il filo diretto con il Cts: troppe «vischiosità» in certi ministeri
Reduce dal G7, dal vertice Nato e dalla missione in Spagna, Draghi vuole muoversi nel solco delle grandi democrazie europee e di certo non gli dispiace primeggiare anche sui numeri dei vaccini, che in Italia hanno toccato punte di 580 mila al giorno. Germania, Francia e Spagna hanno già introdotto la vaccinazione eterologa, Draghi ne ha parlato ai massimi livelli anche a margine dei summit internazionali e si è convinto che il mix è sicuro. E così, dopo aver chiesto il parere al Comitato tecnico scientifico, ha spostato il suo peso sul piatto della bilancia.
Altro pilastro della strategia di Draghi è la comunicazione. Bisogna aggiustare il messaggio, fugare in fretta la «confusione» e far capire ai cittadini che «la cosa peggiore è non vaccinarsi, o fare una dose sola». E dopo che l’ex capo della Bce ha fatto la sua parte affermando in diretta video con stile un po’ americano che «il mix funziona» e lui stesso a 73 anni lo farà, Palazzo Chigi lancerà quegli spot attesi da settimane, che serviranno a convincere anche i più riottosi a fidarsi della scienza.
Draghi teme che, pur di tenere il passo con la tabella di marcia di Figliuolo e Speranza, le Regioni si mettano a vaccinare i bambini, sulla cui immunizzazione si chiederà al Cts di esprimersi. Per il premier la sfida è andare a cercare tutti gli over 50 non ancora vaccinati e i «cacciatori di teste» saranno i medici di base. Il segretario nazionale della categoria, Silvestro Scotti, ha suggerito al ministro Speranza un sistema che consentirà ai dottori di famiglia di mappare i pazienti, per capire chi ha rinunciato per ragioni personali e chi invece non è riuscito ad accedere alle vaccinazioni. Il commissario Figliuolo ci sta lavorando e presto la novità darà un’altra scossa alla campagna vaccinale.
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