Covid, la variante Delta muta e ora ha tre versioni: cosa la rende più contagiosa
Impazza in Inghilterra, aumenta in Cina e soprattutto in Russia, e spaventa per la sua contagiosità anche se i vaccini sembrano «depotenziarla». Sono tre le versioni attualmente più diffuse della variante Delta, presente in un centinaio di Paesi e indicata dalla scienza con la sigla B.1.617. E’ comparsa in India nell’ottobre 2020, contemporaneamente a un’altra variante simile, ma meno aggressiva, la B.1.618. Nelle banche date genetiche internazionali quella che adesso è la variante Delta, secondo la terminologia recentemente introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è diventata una sorvegliata speciale, ossia una delle cosiddette Voc (dall’inglese ‘Variant of Concern’), le varianti che per le loro caratteristiche destano particolare preoccupazione.
Come tutte le varianti, anche la Delta accumula mutazioni con una relativa facilità, tanto che in poco tempo ha dato origine a una sorta di «famiglia», i cui membri sono le tre versioni chiamate B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3. Di queste la più diffusa è la B.1.617.2, considerata il 60% più efficace nel trasmettersi rispetto alla variante Alfa (l’ex inglese) grazie ad alcune mutazioni, come la K417N, presente anche nelle varianti Gamma, la B.1.351 identificata per la prima volta in Brasile e nella Beta identificata in Sudafrica, e la E 484Q, presente anche nella variante Gamma.
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