Salvini in piazza contro le toghe prende il testimone di Berlusconi
AMEDEO LA MATTINA
ROMA. Forse esagera Matteo Salvini quando dice di sentire Silvio Berlusconi ogni giorno, ma tra i due c’è molto più di un semplice dialogo tra alleati che stanno insieme al governo e si preparano alla sfida delle comunali. Si vedranno la prossima settimana, il Cavaliere avrà l’ultima parola sul candidato sindaco di Milano e ci saranno tante altre cose da discutere, come le regole della federazione, sui portavoce comuni in Parlamento, su quali temi puntare. Tra questi svettano fisco e giustizia. Il capo leghista si blinda nei confronti del sorpasso in corsa di Giorgia Meloni e, come spiegano alcuni leghisti di rango sotto il palco della manifestazione di ieri in piazza Bocca della verità, «più che annettersi sta ereditando Forza Italia». Un’operazione eredità politica, con il placet della famiglia, che ha bisogno di alcuni passaggi politici, di smussare angoli soprattutto in campo europeo. E ieri erano tanti i simboli e i temi di questa Lega in versione Forza Italia, quello che qualcuno scherzando ma non troppo chiama Forza Lega o Lega Italia.
Prevale l’azzurro sul palco in Piazza Bocca della Verità. Alla prima manifestazione politica post-covid, non ci sono i simboli del Carroccio. Solo un grande slogan «Prima l’Italia», bandiere tricolori e ai lati le ante di una finestra aperta. Salvini, che riprende la pratica dei selfie alla fine dei comizi, parla poco, fa salire sul palco i ministri Stefani e Garavaglia, i governatori Fedriga e Fontana, il ticket per Roma Enrico Michetti e Simonetta Matone, che presenta con un romanesco «daje» sulle note di «Roma capoccia» di Venditti. Una sfilata di amministratori d’azienda, cuoci, ristoratori, i lavoratori che protesta contro l’Ikea. E poi le «vittime della giustizia». Un punto centrale nella strategia salviniana. Insieme al segretario dei Radicali Maurizio Turco, lancia la campagna per raccolta firme per sei referendum: focus sulla responsabilità civile dei magistrati, la separazione delle carriere, la riforma del Csm. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia provoca e annuncia una «ferma reazione», paventando il rischio che la consultazione diventi un referendum sul gradimento della magistratura. Salvini e Turco chiedono l’intervento del presidente della Repubblica. Per Turco «c’è un tentativo da parte di un parte della magistratura di mettere a tacere i cittadini. Le dichiarazioni dell’Anm è un attacco alla democrazia». Il leader legista parla di «reazione scomposta di una corrente dei magistrati. «Mi spiace aver letto certi toni da parte di chi dovrebbe essere al di sopra delle parti. Suona come una minaccia. Spero che chi dovere intervenga. In Italia la sovranità appartiene al popolo. Il referendum sono un trionfo di libertà e democrazia. Guai a chi minaccia italiane e italiani», sostiene Salvini. Il quale mostra ai circa 3 mila partecipanti accaldati (gli organizzatori parlano di 5 mila), molti rifugiati sotto gli alberi, i moduli che sarà possibile firmare dal 2 luglio.
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