Draghi e lo strappo con Speranza: “Sbagliato imporre il mix di vaccini”
Il premier decide di parlare a Roma e non a Barcellona perché vuole al suo fianco il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, che materialmente ha la responsabilità delle vaccinazioni, e Speranza, che ha un incarico politico e di congiunzione con gli scienziati. Anche a rischio di sconfessare se stesso, Draghi decide di ribaltare la decisione del ministro. Dice che l’eterologa funziona, che lui stesso farà un altro vaccino dopo la prima dose di Az (e qui per qualcuno al ministero della Salute fa un passo falso), ma lascia libertà di scelta. Come spiega una fonte di governo, si riallinea a quanto scritto sul verbale presentato dal Cts, dove non si imponeva ma si raccomandava di evitare l’uso del siero anglo-svedese sotto i 60 anni. Prima e dopo la conferenza, insiste molto sulla cura della comunicazione. Dà l’ordine di far partire la campagna con i testimonial vip promossa dalla presidenza del Consiglio e chiede, da ora in poi, chiarezza, precisione, continenza. Lo si intuisce anche dalla ruvidità con cui impone una sola domanda a giornalista, senza più affidarsi alla regia della sua portavoce. La comunicazione deve seguire una rettilinea. Agli scienziati e alla politica poi tocca il compito di contestualizzare e di precisare. E così, alla fine, individua quella responsabilità politica che aveva considerato difficile da ricostruire.
LA STAMPA
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