Variante Delta del Covid in Italia: cos’è lo «scenario inglese» e cosa potrebbe succedere in autunno
Per alcune settimane il Regno Unito ha tremato a causa della diffusione della variante Delta, più contagiosa almeno del 60% rispetto alla variante Alfa (inglese) che a sua volta è più contagiosa del 50% rispetto al ceppo originario di Wuhan. L’aumento dei contagi ha spinto il governo britannico a ritardare le aperture per bloccare la circolazione del ceppo altamente contagioso. La variante costituisce ormai il 96% dei casi e si diffonde soprattutto tra i giovani tra i 10 e i 29 anni. Il 68% delle persone contagiate dalla Delta sono soggetti non vaccinati. Meno del 5% dei casi hanno riguardato persone di età pari o superiore ai 60 anni. Per giorni si è registrato un aumento esponenziale dei casi, come nell’autunno scorso, tuttavia i ricoveri sono cresciti molto più lentamente e hanno coinvolto in particolare giovani tra i 25 e i 44 anni.
La corsa della variante indiana rallenta
Da qualche giorno però la variante indiana sta rallentando la sua corsa: i contagi continuano a crescere, avendo ormai superato la soglia dei diecimila al giorno, ma a un ritmo inferiore rispetto a qualche settimana fa. Oggi solo l’1% dei posti letto ospedalieri è occupato dai pazienti Covid e in un terzo degli ospedali non c’è neppure un ricoverato per il virus. Anche la mortalità per Covid è crollata. Secondo gli scienziati inglesi tra un paio di settimane dovrebbe registrarsi un’inversione di tendenza. Quello che sta vivendo la Gran Bretagna è un nuovo picco di contagi, dovuto all’alta trasmissibilità della variante Delta, ma senza le drammatiche conseguenze vissute nella scorsa ondata dove si sono contati anche oltre mille decessi al giorno.
Il merito dei vaccini
Il merito è dei vaccini, che si sono rivelati efficaci anche con la variante Delta, seppur con una leggera perdita di efficacia. E lo dimostra il fatto che la maggior parte dei contagiati sono persone non vaccinate, in particolare giovani (solo da qualche giorno le vaccinazioni sono state aperte a tutti i maggiori di 18 anni), oppure persone anche più in là con l’età che hanno scelto di non vaccinarsi. Si registrano casi di contagi anche tra completamente vaccinati, ma si tratta in genere di infezioni asintomatiche o paucisintomatiche.
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