Sileri: “Errore di comunicazione sul mix di vaccini, anche gli over 60 devono poter scegliere”

Ecco, che impatto dobbiamo aspettarci da questa variante?
«Come quella inglese crescerà, perché è più trasmissibile e potenzialmente più forte rispetto ai vaccini, anche se con due dosi pare ci sia una buona protezione. Dobbiamo fare di tutto per rallentarne la diffusione, con un adeguato contact tracing e una decisa limitazione delle importazioni dai Paesi più colpiti. Le misure prese, ultima la quarantena di 5 giorni per chi arriva dalla Gran Bretagna, vanno in questa direzione».

Però è scattata solo oggi, i tifosi del Galles li abbiamo fatti girare per Roma: un rischio?
«È una domanda da rivolgere ai tecnici, che hanno deciso l’entrata in vigore. Un minimo margine di rischio c’è, ma molto limitato, vista la capienza ridotta dello stadio, il tampone obbligatorio per tutti e il fatto che in Gran Bretagna molti sono vaccinati, anche se magari con una sola dose».

La variante Delta ora colpisce soprattutto i giovani, ma in terapia intensiva ci finiscono gli anziani non vaccinati: noi ne abbiamo ancora 2 milioni e 800 mila…
«Sì, ma nella fascia 60-69 anni stanno diminuendo: due settimane fa erano 2 milioni e mezzo, oggi circa un milione e 600 mila, vedrà che scenderanno ancora. Mi preoccupa di più l’altro milione e 200 mila di over 70 e over 80, perché quelli bisogna andare a cercarli a casa e spingerli verso la vaccinazione. Ma una quota minima che non vuole vaccinarsi resterà sempre».

Il premier Draghi, pur avendo 73 anni, ha annunciato che farà la vaccinazione eterologa, per raggiungere una maggiore protezione: perché non consentire questa possibilità anche ai cittadini suoi coetanei?
«Draghi lo ha detto anche per provare a fugare ogni possibile dubbio sull’efficacia del mix vaccinale. Comunque credo che la stessa opzione dovrebbe essere consentita a tutti i cittadini over 60 che hanno fatto la prima dose con AstraZeneca e preferiscono fare la seconda con Pfizer o Moderna. Anche se il protocollo prevede per loro il richiamo con lo stesso vaccino, darei libertà di scelta, con lo stesso criterio applicato per gli under 60».

Forse non si può fare per mancanza di dosi Pfizer e Moderna? Si ipotizzano riduzioni nelle forniture a luglio…
«Al momento non ci sono carenze in vista, ma se anche dovesse esserci un calo delle forniture, sarà compensato da un calo delle prenotazioni. Più di metà della popolazione vaccinabile ha fatto la prima dose, realisticamente nel giro di un mese arriveremo all’80%, quindi da metà luglio ci sarà un rallentamento delle vaccinazioni, perché comunque ci sarà meno richiesta da parte della popolazione».

Poi ci toccherà un altro richiamo, quando?
«Dobbiamo aspettare altri 2 o 3 mesi per capire se l’immunità assicurata dai vaccini duri un anno, come è verosimile, forse anche di più. Se così sarà, da fine dicembre i primi vaccinati saranno chiamati per la terza dose, per la quale si userà un vaccino diverso, quello che nel frattempo risulterà più efficace contro tutte le varianti. Di fatto, la vaccinazione eterologa era già prevista per tutti, a prescindere».

LA STAMPA

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