La Cina e la sfida dei vescovi Usa: così Joe Biden non è andato dal Papa
Ormai, quasi non si capisce fino a che punto Francesco sia la vittima dello scontro tutto americano tra i vescovi e il «loro» presidente, secondo cattolico eletto dopo John Fitzgerald Kennedy; o se in realtà sia il contrario. Il sospetto è che Biden, con il suo cattolicesimo «liberal», venga messo sotto pressione anche per ribadire il dissenso nei confronti del Papa. Il presidente diventerebbe il pretesto per mandare un messaggio al Pontefice argentino, al quale la Conferenza dei vescovi Usa imputa una strategia dottrinale troppo aperta e motivo di confusione.
Avvenne
qualcosa di simile nel 2004, quando si candidò alla Casa Bianca il
cattolico democratico John Kerry, bersagliato da vescovi schierati a
difesa dei cosiddetti «valori non negoziabili». L’allora cardinale
Joseph Ratzinger era il custode dell’ortodossia della fede cattolica, e
Kerry ne uscì perdente.
Stavolta la situazione è diversa, però.
Intanto, a Roma c’è un Papa che ha sempre ribadito la contrarietà all’aborto, ma allarga i «principi non negoziabili» ai temi sociali. Una seconda differenza è che Biden, cattolico fervente, personalmente contrario all’aborto, non è solo un candidato: è stato eletto presidente. La terza è che nel 2004 vescovi americani e Papato erano uniti contro i Democratici; stavolta, invece, lo scontro è anche tra Francesco e il grosso dell’episcopato. Negare la Comunione a Biden significherebbe aprire un contenzioso tra gerarchie cattoliche e Casa Bianca; e delegittimare il nuovo presidente: tanto più con quasi la metà degli elettori cattolici che hanno votato per Trump. Per questo in Vaticano si ritiene che il documento, da preparare entro l’estate, alla fine potrebbe risultare più sfumato. Ma la vicenda conferma che i rapporti tra Papato e episcopato Usa rimangono i più difficili, anche se lo scontento è diffuso anche altrove.
Tra l’altro, calamitare l’attenzione solo su questo conflitto rischia di oscurare gli altri dossier tra Usa e Vaticano. In questi mesi si stanno delineando le strategie mondiali post-pandemia. Significa affrontare il problema del debito dei Paesi poveri e della vaccinazione universale. Francesco e Biden appaiono molto più vicini di quanto il Papa fosse con Trump.
Ma sullo sfondo rimane la questione, cruciale per Washington, della nuova Guerra fredda con la Cina e delle tensioni con la Federazione russa. Un Vaticano che ha rinnovato l’accordo con il regime comunista di Pechino mentre crescono repressione della libertà religiosa e dei diritti individuali, ed è tuttora convinto che non sia opportuno schierarsi con l’Occidente, inserisce un motivo di contrasto da non sottovalutare. Eppure, entrambi vogliono parlarsi quanto prima.
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