Liberato l’ingegnere italiano Giovanni Calì rapito ad Haiti

E’ stato liberato l’ingegnere Giovanni Calì, rapito il primo giugno ad Haiti. “Il nostro connazionale – sottolinea la Farnesina – era stato prelevato presso il cantiere dove lavorava da un gruppo criminale locale. La liberazione, dopo soli 22 giorni, è stata possibile grazie al lavoro quotidiano della nostra intelligence e dell’Unità di Crisi, che ha mantenuto giorno dopo giorno i contatti con la famiglia in Sicilia”.

Calì si trovava ad Haiti per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma, e si stava occupando della costruzione di una strada. Gli indizi portarono subito gli inquirenti nella direzione delle diverse violente bande criminali che si dedicano ai rapimenti a scopo di ricatto, in particolare di funzionari stranieri e anche sacerdoti.

In particolare si pensò alla gang 400 Mawozo, già nel mirino delle forze dell’ordine per il rapimento di sette religiosi cattolici a Port-au-Prince, la quale avrebbe chiesto un riscatto di 500mila dollari. Una richiesta che, secondo fonti informate locali, è stata molto più alta della media dei riscatti in un Paese tra i più poveri al mondo, devastato poi dal terremoto del 2010, dove negli ultimi anni la piaga dei sequestri a scopo estorsivo e’ aumentata in maniera spaventosa. Solo l’anno scorso ce ne sono stati ben 243.

“Spero in una soluzione rapida e serena per tutti, soprattutto per lui, per la sua famiglia e per i suoi amici”, aveva detto il giorno dopo il rapimento il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, con cui aveva lavorato per diversi anni dal 1995 quando era presidente della giunta della Provincia di Catania.

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