Draghi avverte Orbán: «Avete sottoscritto anche voi il trattato che tutela i valori»

La discussione sull’Ungheria, per il momento, finisce qui. Comincia il dibattito sulla Russia, su un risposta coordinata della Ue alla postura geopolitica di Mosca. Anche qui Draghi interviene, per esprimere preoccupazione per gli sviluppi del caso Navalny, per ribadire che con Putin «occorre insieme franchezza e fermezza su temi come violazioni dei diritti, limitazioni delle libertà e interferenza nel funzionamento delle istituzioni democratiche».

Nelle cartelle che a notte fonda porta con sé all’hotel Amigò resta in risalto il risultato ottenuto sui migranti. È passata la linea italiana di cercare di ridurre a monte la pressione sui confini della Ue: «Al fine di prevenire la perdita di vite e ridurre la pressione sui confini europei — si legge nelle conclusioni del Consiglio — saranno intensificati i partenariati e la cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i Paesi di origine e di transito, come parte integrante dell’azione esterna dell’Ue. L’approccio sarà pragmatico, flessibile e su misura, farà un uso coordinato, come Team Europe, di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili e si svolgerà in stretta collaborazione con l’Unhcr e l’Oim».

La Commissione viene invitata a presentare in autunno «piani d’azione per i paesi prioritari di origine e transito, indicando obiettivi chiari, ulteriori misure di sostegno e tempistiche concrete, e a fare il miglior uso possibile di almeno il 10% della dotazione finanziaria» del fondo europeo per il Vicinato. Poco più di 10 miliardi di euro.

CORRIERE.IT

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