Il Vaticano: “Draghi ha ragione non vogliamo lo stop al ddl Zan”

Alessandro di Matteo

CITTA’ DEL VATICANO. Adesso il Vaticano prova ad abbassare i toni, Oltretevere si cerca se non altro di stemperare il clima, dopo il botta e risposta con il governo italiano sul ddl Zan. È il segretario di Stato Pietro Parolin a pronunciare parole che suonano appunto come un gesto di distensione, anche se nel merito vengono ribadite le critiche messe nero su bianco nella “nota verbale” trasmessa all’ambasciatore italiano.

La Santa sede, spiega, non chiede di «bloccare la legge», ma solo di fare attenzione a non scrivere norme che possano generare «problemi interpretativi», cioè che possano essere usate per sanzionare non solo comportamenti discriminatori ma anche la semplice espressione di un’opinione. Parole che, però, in ogni caso non aiutano a svelenire il clima in Parlamento, dove la Lega torna a chiedere al Pd e al centrosinistra di «sedersi al tavolo», ricevendo però un «no, grazie» in risposta dagli interlocutori, che non si fidano delle intenzioni del leader del Carroccio Matteo Salvini. Parolin, di sicuro, ha voluto allentare la tensione con il governo italiano, dopo la replica del premier Mario Draghi in Senato, ma anche mettere a tacere le voci di dissidi interni allo stesso Vaticano. Il segretario di Stato di fatto smentisce l’ipotesi che la famosa “nota verbale” sia stata fatta uscire all’insaputa di Papa Bergoglio: «Si informano sempre i superiori». Quindi, Parolin si assume la responsabilità di un atto che – assicura – doveva rimanere riservato: «Ho approvato io la “nota”, si trattava, pero’, di un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica. Un testo scritto e pensato per comunicare alcune preoccupazioni e non certo per essere pubblicato». Tra le righe, questo significa che secondo il Vaticano va cercato nella politica o nelle istituzioni italiane il responsabile della trasmissione ai giornali del documento.

In realtà, proprio mentre Parolin spiegava la posizione del Vaticano, un fedelissimo di papa Francesco, il gesuita Antonio Spadaro, rilanciava su Twitter una frase pronunciata tempo fa dal pontefice: «Uno Stato dev’essere laico. Gli Stati confessionali finiscono male…». Un’uscita che in qualche modo ha di nuovo alimentato le voci che parlano di un’iniziativa non proprio condivisa da tutti Oltretevere. Di certo, Parolin tende la mano a Draghi: «Lo Stato italiano è laico, concordo con il presidente del Consiglio».

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