M5s, la voce del padrone

By Gabriella Cerami

Sconcertati da quella che definiscono “una lotta di potere”. I deputati M5s lasciano l’auletta dei gruppi di Montecitorio ancora increduli. “Siamo impauriti”, dice uno di loro, “ora non sappiamo davvero cosa ci aspetta”. Beppe Grillo, il Garante e fondatore grillino, si è scagliato contro l’ex premier Giuseppe Conte a cui nel febbraio scorso aveva conferito l’incarico di riorganizzare il partito. Ma nello Statuto, messo a punto dal leader in pectore, “c’era anche scritto che io – racconta Grillo ai parlamentari – devo essere ‘informato’, ‘sentito’, ma che è ’sto avvocatese? Le cose si decidono insieme, tante altre cose si devono votare”. Grillo certamente non ci sta ad essere messo da parte come invece l’avvocato pugliese, scrivendo le nuove regole con altri legali, ha provato a fare. E arrivato a Roma, il comico genovese ha voluto chiarire chi comanda ancora dentro il Movimento 5 Stelle e lo fatto davanti a tutti i parlamentari. Per poi sferzare anche un primo colpo contro il governo, in particolare contro il ministro per la Transizione ecologica Cingolani, voluto proprio dai grillini: “Se continua così sarà un bagno di sangue”. 

Nello stesso tempo però Conte, convinto del suo lavoro e dopo aver parlato da premier fino a non molto tempo fa con i leader di tutto di mondo, ha difficoltà nel prendere le redini di un partito senza avere libertà di manovra. Partito che per di più è in calo di consensi. In sostanza, le decisioni vorrebbe prenderle lui e solo lui, non tutto deve passare dal voto online né tutto deve avere il benestare di Grillo. Ora si cerca una mediazione che per tre quarti sarebbe stata raggiunta. Per il resto i due si sono presi altri cinque giorni per chiudere la partita. Poi una prima lunga telefonata tra i due, con Conte, pare, abbastanza irritato.

Non si è quindi di fronte a una rottura definitiva. Piuttosto a un avvertimento che il Garante ha voluto lanciare a Conte attraverso le assemblee dei parlamentari alle quali, ovviamente, l’ex premier non è stato invitato, a differenza dell’ultima riunione convocata da Grillo qualche mese fa quando ci fu l’investitura ufficiale. “È Conte ad avere bisogno del Movimento e io gli posso essere molto utile”, dice Grillo. E poi ancora l’avvocato pugliese “non conosce le piazze”, cioè la storia movimentista dei 5Stelle. “Sono il garante, non sono un coglione”, altra frase durissima del suo intervento.

Un’apertura però Grillo la concede alle richieste di Conte e riguarda il vincolo dei due mandati. “La pensiamo diversamente, ma decideranno gli iscritti. Il codice etico non l’ha ancora finito, ma anche su quello bisognerà pronunciarsi”. Il Garante si definisce “il custode” della storia del Movimento, storia da cui “non si può prescindere e per questo ho detto a Conte di studiarla”. Si sono sentiti in mattinata per riallacciare il dialogo e cercare una mediazione, ma i toni sono rimasti molto tesi. “Ti avevo detto di prendere lo Statuto e farlo evolvere. Non di prendere due avvocati e scrivere un’altra cosa”, sarebbero state le parole del Garante pronunciate al telefono con Conte dopo giorni di un’interlocuzione via mail in cui Grillo mandava le sue osservazioni in giallo e Conte rispondeva in rosso, poi di nuovo Grillo in verde e poi Conte in nero.

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