L’Europa ha già il suo leader. È super Mario
di GIOVANNI SERAFINI
Il momento è cruciale: con le elezioni legislative del prossimo 26 settembre in Germania, e con l’uscita annunciata di Angela Merkel dalla cabina di regia dopo 16 anni di potere, l’Europa dovrà porsi il problema di come e con quali protagonisti rigenerarsi, rafforzarsi e riformarsi. In attesa di sciogliere le incertezze sul nome e le strategie politiche del nuovo Cancelliere, i leader che sovrastano la scena europea sono due soltanto: il francese Emmanuel Macron e l’italiano Mario Draghi. Due banchieri, ribattezzati rispettivamente “Jupiter” e “Super Mario”.
Il primo, dopo la sbornia del voto universale che lo installò nel 2017 all’Eliseo, ha dovuto affrontare crisi dopo crisi, evidenziate dal fenomeno tuttora esistente dei gilet gialli. Macron ha un indice di gradimento personale accettabile (il 52 per cento) ma il suo movimento En Marche è stato duramente punito domenica scorsa al primo turno delle regionali. Si ripresenterà alle presidenziali? Potrà vincerle contro una destra che ha ritrovato vigore e sarà in grado di opporgli candidati credibili? Niente è meno sicuro. Ma non basta: ad aiutare fin qui Macron è stato indubbiamente l’appoggio della Merkel, simboleggiato dalla forza trainante del cosiddetto asse franco-tedesco. Scomparsa Angela, quest’asse oggi controverso e traballante potrebbe essere sostituito da un altro. Ed è qui che entra in scena “Super Mario“.
Figura indiscussa nell’aeropago politico ed economico internazionale, Mario Draghi è secondo gli analisti il personaggio chiave della futura Europa. “È senza dubbio il leader meglio piazzato per il rilancio del processo d’integrazione europea”, commenta lo storico Miguel Gotor. In Francia il nostro premier può contare sull’apprezzamento di molti sostenitori, a cominciare dallo stesso Macron che lo consulta regolarmente sui tempi più importanti. Non altrettanto entusiasmo e adesione ha ottenuto nei decenni la signora Merkel che – come ci disse Jacques Delors in occasione di un’intervista – “ha sempre fatto politica stando soprattutto attenta al bilancino delle previsioni elettorali”.
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