Draghi chiede di riformare l’Ema: «Con le varianti rischia la ripresa»

di Marco Galluzzo

Draghi chiede di riformare l'Ema: «Con le varianti rischia la ripresa»

«La pandemia non è finita, non ne siamo ancora fuori. Va affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza». È la «prima constatazione» del presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine del vertice Ue a Bruxelles dove si è confrontato con i suoi omologhi sull’andamento epidemiologico. «Pensate che il Regno Unito qualche settimana fa aveva un numero di casi più o meno pari a quello della Francia di oggi e ora sono venti volte tanto», ha rimarcato il capo del governo.

La preoccupazione di Draghi è incentrata sulla diffusione della variante Delta e dei suoi sottotipi. La linea d’azione, aggiunge il premier, è una sola: «Vigilare, continuare con la vaccinazione, aumentare tamponi e sequenziamento contro le varianti. È molto importante individuare con prontezza lo sviluppo di varianti e di contagi. Da un confronto con gli altri Paesi è venuto fuori che alcuni sequenziano molto di più rispetto all’Italia».

C’è anche una preoccupazione legata alla ripresa dell’economia: «Bisogna individuare i focolai nelle diverse regioni. Perché è interessante notare quello che sta accadendo in Inghilterra, dove la diffusione delle varianti sta creando incertezza sulla ripresa economica. Non vogliamo trovarci in questa situazione a ottobre. In un anno avremo imparato qualcosa». E che le previsioni di crescita possano essere riviste è un timore che il capo del governo ha condiviso con i suoi omologhi durante il Consiglio europeo, anzi potrebbe risultare un bastone tra le ruote per il Next Generation Eu.

Il premier italiano poi guarda ai mesi passati e lancia a sorpresa la riforma dell’Ema. Finora, dice, «si è vista una notevole confusione». È una constatazione di tutta l’incertezza provocata nei mesi scorsi dall’incrocio tra modelli comunicativi comunitari e nazionali spesso non ben pianificati. «È presto per dire come riformare l’Ema — continua Draghi — però ho sollevato io stesso il tema e c’è stata una convergenza su questo. È un aspetto molto complesso, ma certamente l’ultimo anno ha visto una certa difformità di pronunciamenti tra l’Ema e le autorità nazionali. Esitazioni anche dovute al fatto che era una situazione in cui tutti apprendevamo in corso d’opera, in parte per una sperimentazione del vaccino estremamente rapida. Però si è vista una notevole confusione. Dall’altro lato credo che l’Ema abbia bisogno di essere rafforzata per esercitare quei poteri che le spettano e che sono simili a quelli che altre agenzie esercitano in altri Paesi. Pensiamo solo a quella degli Usa», la Food and Drug Administration. Mentre una postilla valgono i vaccini della Russia e della Cina: «La contestazione di tutti è stata che lo Sputnik non è riuscito ad ottenere l’approvazione dell’Ema e forse non l’avrà mai. Il vaccino cinese non è adeguato a affrontare la pandemia».

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