La voglia matta di rivivere

di MICHELE BRAMBILLA

La frenesia di questi giorni, la pazza voglia di rivivere che si vede nelle piazze e nelle strade delle nostre città in queste ultime ore con la mascherina, o nelle spiagge e sui laghi in queste prime sere d’estate, insomma tutto questo ricorda altri momenti della nostra storia, altre smanie, altri sabati del villaggio. Ricorda l’esplosione popolare alla fine della guerra, con il boogie-woogie dei soldati americani; o il matto ritmo dei primi anni del boom. C’è un indimenticabile film del 1962 di Luciano Salce che si chiama proprio ‘La voglia matta’, con Ugo Tognazzi e una sedicenne, meravigliosa Catherine Spaak.

Oppure ricorda gli anni Ottanta, quelli poi banalizzati come anni del riflusso o della Milano da bere, declassati a tempo segnato da una gioventù un po’ vuota e fighetta, quella dei paninari: e invece erano anche, e soprattutto, pure quelli anni in cui si voleva tornare a vivere dopo un interminabile decennio di piombo. Saranno stati anche affascinanti i quadri grigi le luci gialle e i cortei cantati da Alberto Fortis, ma noi che andavamo a scuola non ne potevamo più dell’occupazione della politica di ogni nostro spazio di vita, e soprattutto non ne potevamo più della violenza, delle spranghe dei coltelli e delle P38: avevamo voglia di essere spensierati e un po’ stupidi come si ha diritto di essere a vent’anni, perdio.

Voglia di vivere, come quella di questi nostri giorni che speriamo siano i primi davvero liberi dopo l’incubo del virus e delle mani igienizzate. La voglia di vivere è però tale che può farla anche perdere, la vita: troppe imprudenze, troppi incidenti sulle strade e sui laghi. Non si va in undici su un motoscafo lanciato a bomba contro un lockdown che non c’è più.

Ci eravamo detti, nei giorni cupi in cui eravamo chiusi in casa, che questa disgrazia ci avrebbe almeno insegnato a capire che non siamo padroni della nostra vita, perché basta un virus a mandare in tilt il mondo intero con tutta la sua portentosa tecnologia. Ora non vorrei che avessimo già dimenticato la lezione, e che invece di ringraziare per quello che ci è dato da vivere ci sentissimo di nuovo arbitri del presente e del futuro.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.