Conte-Grillo, resta il gelo dell’avvocato: «Beppe, la verità? Hai distrutto il progetto del M5S»

A poche ore dalla possibilità di dire addio all’offerta di guidare i Cinque Stelle, Conte non ritiene di avere l’agibilità politica necessaria per accettare l’incarico; non crede nemmeno che la marcia di avvicinamento al varo della nuova nave M5S sia sinonimo — eufemismi a raffica — di una navigazione serena. Le aperture proposte da Grillo nella telefonata di ieri vengono considerate non tanto insufficienti, quanto calibrate su temi di poco conto, come per l’appunto la scelta dei vicepresidenti. Il resto delle valutazioni sarà affidato a una lunga notte e a una mattinata che si annuncia complicata.

Alle dieci di sera, l’unico lavoro autorizzato dall’avvocato è quello della ricerca di un posto in cui tenere la conferenza stampa di oggi. I punti su cui insistere, nel caso si arrivasse per davvero alla resa dei conti, sono fin troppo definiti. «Nulla di personale», «non ho l’agibilità politica», «grazie per avermi contattato» e quindi tanti saluti. Per arrestare la girandola impazzita di un progetto che rischia di finire nel cestino prima ancora che la sua leadership veda la luce, insomma, c’è sempre meno tempo. L’ultimo giro di giostra era iniziato prima del fine settimana, con l’avvocato che pretendeva dal garante un messaggio pubblico in cui si rimangiava la sostanziale «diarchia» disegnata giovedì sera all’assemblea dei parlamentari. Poi c’è stata la telefonata di ieri, un messaggio privato ma senza le aperture chieste da Conte. Rimane lo spazio di una mattina per tentare di rimettere il treno sui binari. E quella mattina è arrivata.

CORRIERE.IT

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