Standing ovation
MATTIA FELTRI
Nulla mi appassiona dei Cinque Stelle, e ora della sfida fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, se non l’aspetto antropologico, e infatti ieri durante la conferenza stampa dell’ex presidente del Consiglio mi sono appuntato una sola frase, sublime: «La più grande barriera architettonica fra le persone è l’intelligenza, e fra me e Beppe non c’è questa barriera».
Vorrei tanto essere in grado di produrre un’analisi freudiana su una così involontaria e disarmante ammissione di ottusità, ma poi ha prevalso la noia e, mentre Conte parlava e parlava, saltabeccavo spensierato su Twitter sinché non mi sono imbattuto in un breve video dallo stadio del tennis di Wimbledon. Abbiamo con noi, diceva lo speaker, una delle scienziate che hanno creato il vaccino anti Covid di AstraZeneca.
La scienziata, Sarah Gilbert, era al centro dell’inquadratura e attorno a lei lo stadio era pieno. Non come gli stadi del calcio, dove tre seggiolini sono liberi ogni uno occupato. Pieno. Tutti spalla a spalla, senza mascherina. E se stavano lì a godersi una partita di tennis spalla a spalla e senza mascherina, molto lo dovevano ad AstraZeneca, al di là delle polemiche, delle isterie per qualche caso avverso ogni milioni di somministrazioni, della ripartenza in variante Delta che comunque col vaccino non è letale. Il pubblico ha cominciato ad applaudire, dopo un po’ s’è alzato in piedi in segno di rispetto e l’applauso è andato avanti, travolgente, ben più di un minuto. Sarah Gilbert era sorpresa, spiazzata da un mondo che ancora non è stato raccontato, ma che per fortuna ha deciso di raccontarsi da sé. Da lontano ho applaudito anche io.
LA STAMPA