La faida grillina non turba Draghi: “Concentrati sui piani del governo”

Carlo Bertini

ROMA. «No basta, noi ora usciamo attaccando Grillo, poi passiamo tutti nel partito che farà Giuseppe», minacciano nelle chat che ribollono alcuni esponenti 5stelle del sottogoverno, “tendenza Conte”. Subito stoppati dagli altri: «No, fermi, così rischiate di perdere i posti nei ministeri. Aspettate che nasca una forza autonoma e poi uscite fuori…». Ecco il caos, tanto per dare un’idea dei riflessi sull’esecutivo. Dove all’apice regna però la compostezza più assoluta, quella del premier.

Non drammatizzare, seguire a distanza la questione, aspettare di vedere quale sarà la sua evoluzione, tenendo conto che tutti finora hanno garantito il massimo appoggio al governo: questa la postura di Mario Draghi di fronte allo spettacolo della giostra impazzita dei grillini. Uno spettacolo che riserverà ulteriori passaggi, quindi calma e gesso, il governo a questo stadio non può fare nulla. Draghi la pensa allo stesso modo di Letta sul travaglio del Movimento, che va guardato con rispetto ma che non metterà a rischio il governo. Casomai il leader dem è più preoccupato sugli effetti politici di questa guerra. E’ durante una delle sue riunioni a Palazzo Chigi con le parti sociali, che Draghi viene a sapere che Beppe Grillo ha appena liquidato in malo modo Giuseppe Conte. Ma nelle sue interlocuzioni, il presidente preferisce soffermarsi sui risultati del governo, come l’intesa raggiunta con le parti sociali sul lavoro. Questa è una dinamica interna a un partito, è il suo pensiero, vediamo che evoluzione avrà, la questione non va drammatizzata eccessivamente. «Il presidente sta lavorando intensamente sul programma sul quale si è impegnato – rimarcano da Palazzo Chigi – e si è registrato un progresso importante sul tema del lavoro, grazie all’intesa tra tutte le parti». Insomma, è concentrato sulla soluzione dei problemi, più che su altro. Alla calma olimpica di Draghi, non turbato dalle convulsioni dei grillini, che pure contano il maggior numero di parlamentari, fa da contraltare il terrore degli alleati di governo. Tranne uno. Matteo Renzi è lesto a lanciare un tweet sardonico, «tutto bene e tutto come previsto», a conferma di quanto va dicendo da tempo il leader di Italia Viva, e cioè che «i grillini sono finiti». I più preoccupati sono quelli della fantomatica coalizione di centrosinistra Pd, M5s e Leu, che non ha più alcun orizzonte davanti se non una guerra tra bande. I ministri dem temono che questo caos possa avere effetti sul varo delle riforme che servono ad avere i fondi del Pnr, sull’immagine dell’Italia in Europa. E se Renzi, come ammette Ettore Rosato, è convinto di aver fatto bene a scaricare Conte per far posto a Draghi, visto che è lo stesso Grillo a sentenziare che l’ex premier «non ha visione politica», i suoi amici del Pd non vogliono fare la parte di quelli dell’“avevamo ragione noi a prendere le distanze dai 5stelle”. Ma lanciano una mozione di orgoglio, «ora è il momento della responsabilità e di lavorare sul Pd», taglia corto con i suoi il titolare della Difesa, Lorenzo Guerini.

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