Come lo ha creato così lo distrugge

È chiaro che è un punto di non ritorno. Game over, per Conte, per il suo statuto neanche ottocentesco, ma “seicentesco”, post medievale, si vedrà l’impatto sui Cinque stelle, perché magari non è la fine come spifferano i comunicatori dell’ex premier, ma comunque è un colpo. Di certo c’è che, accanto alla rottamazione dell’Elevato dell’Elevato è stata depotenziata politicamente anche la scissione, che fino a ieri poteva sembrare un atto di forza di chi se ne va perché ha in mente un progetto politico, da oggi è l’atto dovuto di chi è stato cacciato e non vuole tornare a vita privata. E che, non è un dettaglio, non ha simbolo, risorse ed è costretto a nuotare in mare aperto del consenso da ricercare sapendo che l’acqua è profonda.

Ogni storia è storia a sé ma i precedenti dicono che extra ecclesiam, nulla salus, come è accaduto ad Alfano e Renzi, ma anche a Massimo D’Alema che quella frase l’aveva rivolta a Fabio Mussi quando non aderì al Pd e poi ne ebbe conferma quando cadde anch’egli nella tentazione della scissione. Tutta gente, comunque, abituata a mangiare pane e politica, con capacità reattiva e doti organizzative che l’avvocato del popolo ancora non ha dimostrato di avere, perché se vuoi fondare nuovo partito mica puoi impiegare quattro mesi a fare uno statuto.

Pare, con modalità diverse, la stessa dinamica che portò alla nascita del governo Draghi, quando Conte, col grosso del gruppo dirigente del Movimento, ne provò a ostacolare la nascita, con l’idea di precipitare verso le elezioni anticipate. Ricordate “Conte o morte”? Grillo sparigliò, nacque il governo e non è morto nessuno. Adesso la questione si ripropone, non sul governo, ma sul Movimento, di cui Grillo nei momenti cruciali ha sempre dimostrato di essere l’anima profonda. Adesso è il momento dello choc, da domani partirà un altro film, il chi sta con chi, se Conte lancerà il cuore oltre l’ostacolo, in che tempi, che garanzie può offrire a chi lo segue, e sulla base di quale progetto politico, a partire dalla collocazione sul governo, perché finora si è parlato solo di statuti. E finalmente potrà misurarsi col consenso popolare

L’HUFFPOST

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