Daniele Franco: «Prematura in Europa una stretta di bilancio ora, ma i debiti dovranno scendere»
di Federico Fubini
Tra una settimana a Venezia, Daniele Franco sarà il presidente di una riunione del G20 Finanze decisiva per un accordo globale sulla tassazione delle multinazionali. In questa veste, il ministro dell’Economia ha risposto alle domande del «Corriere» e di un gruppo ristretto di quotidiani europei sui negoziati in corso.
Pensa che il G20 possa raggiungere un accordo complessivo sulla tassazione minima internazionale a carico delle grandi aziende? Vede ostacoli importanti?
«L’accordo si basa su due pilastri. In primo luogo, c’è la questione della riallocazione dei profitti; poi quella della tassazione minima a livello globale. Raggiungere un accordo su entrambi sarebbe della massima importanza. Ci permetterebbe di costruire un sistema fiscale capace di affrontare le conseguenze negative della globalizzazione e della digitalizzazione. Le nuove regole aiuterebbero i governi a combattere l’erosione delle basi imponibili e il profit shifting (il trasferimento dei profitti verso giurisdizioni con aliquote effettive bassissime, ndr). Vedo l’opportunità concreta di raggiungere un accordo sugli elementi fondamentali dei due pilastri a Venezia».
Il clima internazionale a suo avviso spinge verso un’intesa?
«Il clima è cambiato. L’aria che si respira nel G7 e nel G20 segnala una forte consapevolezza che i regimi nazionali sono ormai inadeguati per la tassazione dei profitti delle grandi imprese che operano su scala multinazionale, sfruttando le leve della globalizzazione e della digitalizzazione. Solo un assetto internazionale condiviso consentirà di tassare queste società in modo equo ed efficace».
La Cina sta resistendo nel G20, forse perché cerca di proteggere le proprie zone economiche speciali e le operazioni delle sue Big Tech nei paradisi fiscali. Senza Pechino, si può raggiungere un accordo al G20?
«Il dialogo con la Cina è amichevole. Venerdì ho avuto una lunga telefonata con il ministro delle Finanze Liu Kun e la Cina è impegnata a continuare il dialogo. Le indicazioni sono positive, sono stati fatti progressi significativi a livello tecnico, anche se c’è ancora molto lavoro da fare. Tutti i paesi, compresa la Cina, sono consapevoli che un accordo globale ora è possibile e che è un’opportunità che nessuno dovrebbe perdere. Credo che nessun paese voglia essere quello che blocca un accordo mondiale. La Cina ha mostrato un approccio costruttivo e aperto e sono fiducioso che troveremo una soluzione».
Come funzionerebbe l’accordo nella pratica? A proposito, si sente dire che Amazon per qualche motivo sarebbe esente.
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