Riforma della giustizia, parte la campagna per i sei referendum: così si può cambiare
Parte finalmente la campagna referendaria sulla giustizia. Oggi è il giorno in cui si possono cominciare a sottoscrivere nei municipi i sei quesiti sulla giustizia, promossi dalla Lega e dal Partito Radicale, anche se gazebo e banchetti saranno disponibili da domani. Una battaglia che serve anche a scuotere il Parlamento – che se vorrà potrà recepire direttamente i referendum – oppure a far decidere dal popolo italiano come amministrare giustizia senza faziosità e violazioni del diritto.
Una sfida bella, che può aiutare l’Italia a rimettere in piedi un sistema che ha visto scemare la fiducia dei cittadini, anche per le polemiche hanno squassato la magistratura e non solo per il caso Palamara.
Si mettono assieme in questa battaglia due mondi che sulla giustizia partono dai principi garantisti. A Salvini e ai vertici radicali è bastato poco per trovare un’intesa su temi decisivi per il Paese.
Sei sono i quesiti proposti al popolo italiano, dalla riforma del Consiglio superiore della Magistratura alla responsabilità diretta dei giudici, all’equa valutazione dei magistrati alla separazione delle carriere, dai limiti agli abusi della custodia cautelare all’abolizione della legge Severino. I cittadini italiani con le loro firme – ne servono cinquecentomila a quesito, Salvini punta a un milione per ciascuno – di qui a metà settembre e poi con il voto della primavera 2022 potranno decidere democraticamente un’autentica rivoluzione.
È meticolosa la cura dell’organizzazione della raccolta delle firme proprio per aiutare i cittadini ad essere consapevoli della partita in gioco. Contano i quesiti, ma bisogna raggiungere tantissimi italiani per farli sottoscrivere.
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Come detto, si potrà apporre la propria firma nelle sedi comunali e ovviamente nei banchetti e nei gazebo che saranno allestiti in tutta Italia dalla Lega e dagli stessi radicali. Entrambi i movimenti politici hanno attivato pagine web tematiche per dare ogni informazione specifica sui rispettivi siti: legaonline.it e partitoradicale.it.
Anche dagli altri partiti del centrodestra si è manifestato interesse ai referendum: per ora lo hanno fatto Forza Italia e Udc. Probabilmente Fratelli d’Italia esprimerà le proprie indicazioni sui vari quesiti. Pure “Cambiamo” di Giovanni Toti condivide la battaglia referendaria.
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