Green pass europeo, il giallo dell’eterologa: “Mi hanno scritto che vale uno”
di RITA BARTOLOMEI
Roma, 1 luglio 2021 – L’ultima grana sul Green pass è scoppiata sulla vaccinazione eterologa, sdoganata dall’Aifa il 13 giugno. C’è chi, pur avendo completato il ciclo, si è visto recapitare un certificato che registra una sola dose. La cosa diventa inevitabilmente un problema per gli spostamenti all’estero e l’ingresso in quei Paesi che richiedono di aver completato il ciclo di vaccinazione. Il tutto, mentre il governo deve ancora decidere se irrigidire le regole. Al momento in Italia la carta verde indispensabile per partecipare ad esempio a matrimoni e concerti, viene rilasciata dopo 14 giorni dalla prima dose. Ed è sufficiente ad esempio per andare in Croazia. Mentre il Green pass europeo, attivo da oggi, richiede un ciclo vaccinale completo. In questa incertezza, si stanno verificando casi di cittadini italiani vaccinati con l’eterologa ma registrati sul passaporto per i viaggi come se avessero fatto una sola iniezione. Con una didascalia finale che recita più o meno così: ‘Certificazione valida fino alla prossima dose’.
Un genovese intervistato a Radio24 nel programma ‘Uno nessuno 100Milan’ ha elencato una serie di domande che al momento restano tali. “Ho cercato informazioni online, anche sui siti messi a disposizione dal ministero – ha spiegato -. Non ho ricevuto risposta e soprattutto non ho trovato molte informazioni. Mi pare ci sia un problema di riconoscimento della vaccinazione eterologa da parte delle autorità europee”. Si è scritto di un altro caso nella provincia di Savona, una coppia sarebbe stata respinta al confine della Francia. Il punto resta sicuramente tra quelli da sistemare. Da capire la dimensione del fenomeno, che riguarderebbe anche i guariti dal Covid. Secondo le regole elaborate dal ministero della Salute, infatti, anche a questa categoria di cittadini basta una sola dose di vaccino. Ma così il certificato diventa inservibile per viaggiare.
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