Green pass, i tempi al check-in aumentano del 500%: caos e code negli aeroporti
Da ieri in teoria basterebbe il codice QR sul cellulare —
rilasciato dopo la doppia vaccinazione o l’esito negativo di un tampone
o l’esser guarito dal Covid — per muoversi liberamente all’interno
dell’Ue. Ma questa certificazione digitale non è ancora riconosciuta da tutti i Paesi.
In alcuni casi non può nemmeno essere verificata alla frontiera o al
check-in perché o mancano i dispositivi di lettura — pure in diversi
scali italiani come ha potuto constatare il Corriere — oppure perché il test deve essere stampato. C’è poi l’altro problema: la compilazione del «Passenger locator form». L’Italia
è l’unico Paese a prevederlo in formato digitale, gli altri Stati
forniscono un foglio di carta da consegnare durante il volo agli
assistenti di bordo (come sui collegamenti per la Francia) oppure da
mostrare al momento del check-in, cosa che aumenta i tempi richiesti e
le code.
Per questo le associazioni chiedono la massima
digitalizzazione dei processi di verifica e di ridurre al minimo i
disagi. Soprattutto per non far perdere la pazienza ai clienti.
CORRIERE.IT
Pages: 1 2