Pensione integrativa: riscatto laurea o fondo pensione? Come aumentare l’assegno

di Gabriele Petrucciani

Riscattare la laurea oggi costa 5.264,49 euro all’anno

Per integrare il proprio assegno pensionistico sarebbe più conveniente riscattare gli anni di laurea, in forma light, oppure aderire a una forma di previdenza complementare? Per godere dei benefici maggiori, l’ideale sarebbe seguire entrambe le strade. Una soluzione che però non è per tutte le tasche, pur considerando la possibilità di rateizzare il corrispettivo del riscatto della laurea (in massimo 10 anni) e il vantaggio della deducibilità fiscale. Per fare un esempio pratico, il costo annuale per riscattare la laurea in forma agevolata ammonta oggi a 5.264,49 euro, corrispondente a 438,71 euro al mese. Ipotizzando di dover riscattare 5 anni di laurea e di rateizzare il pagamento in 10 anni, il costo mensile sarebbe di 219,36 euro.
A questi andrebbero poi aggiunti i contributi volontari al fondo pensione integrativo, che variano da fondo a fondo. Per il Cometa (fondo della categoria metalmeccanici), il minimo contributivo è dell’1,2%, che su uno stipendio lordo di 20mila euro corrisponderebbe a 20 euro al mese (35 euro considerando invece uno stipendio lordo annuo di 35 mila euro). Insomma, tra riscatto light e previdenza complementare, la rata mensile oscillerebbe da un minimo di 239,36 euro rateizzato in 10 anni (stipendio lordo annuale di 20mila euro, pari all’incirca a un netto mensile di 1.170 euro) a un massimo di 473,71 euro per cinque anni (senza rateizzazione e per uno stipendio annuale lordo di 35mila euro, pari a un netto mensile di circa 1.950 euro).

Ma vediamo nel concreto come può cambiare l’assegno pensionistico seguono una strada piuttosto che un’altra. Le ipotesi sono due: uomo nato nel 1995 e che ha iniziato a lavorare nel 2021 con uno stipendio base lordo annuo di 20 mila euro; donna nata nel 1981, che ha iniziato a lavorare nel 2007 e che oggi percepisce uno stipendio lordo annuo di 35mila euro.

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La simulazione

La simulazione che Consultique ha effettuato per conto di Corriere.it, come detto, prevede due ipotesi differenti: uomo nato nel 1995 e che ha iniziato a lavorare nel 2021 con uno stipendio base lordo annuo di 20mila euro; donna nata nel 1981, che ha iniziato a lavorare nel 2007 e che oggi percepisce uno stipendio lordo annuo di 35mila euro. In entrambi i casi è stata ipotizzata un’inflazione costante del 2% e una crescita dei redditi futuri dell’1% sopra l’inflazione. Inoltre, è stata presa in considerazione anche la reversibilità della pensione al 100 per cento.

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