Altri concorsi truccati dal Partito Democratico. Il vizietto rosso del Lazio

Franco Bechis

Ancora una volta una bufera giudiziaria, ancora una volta nel Lazio guidato da Nicola Zingaretti e ancora un volta in casa del Pd per assunzioni di amici e famigli in quegli enti pubblici che evidentemente quel partito considera proprietà non solo privata, ma addirittura personale. L’ultima brutta vicenda ha portato agli arresti domiciliari un dirigente Pd laziale, Claudio Moscardelli, oggi segretario provinciale a Latina, ma in passato già due volte consigliere regionale e in una legislatura senatore. L’accusa nei suoi confronti è pesante, e coinvolge anche il direttore amministrativo facente funzione dell’Asl di Latina, Claudio Rainone che era già da settimane ai domiciliari per la stessa vicenda. I due in sostanza avrebbero falsificato un concorso pubblico per l’assunzione di 23 collaboratori amministrativi di quella Asl per favorire due candidati (Rainone ne avrebbe poi favoriti anche altri) che stavano a cuore del Moscardelli, e che in effetti hanno poi superato il concorso avendo conosciuto la sera prima le domande grazie al dirigente della Asl che le aveva concordate con loro al telefono. In cambio del favore fatto quello stesso dirigente pubblico si attendeva una promozione che gli aveva assicurato proprio Moscardelli, che puntualmente lo avrebbe informato di incontri avuti a questo scopo sia con il direttore della Asl che con l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato (non indagato, ma sentito dalla procura come persona informata dei fatti meno di un mese fa). 

I due a cui è stato fatto passare il concorso illecitamente con le risposte già conosciute sono per altro  un dirigente locale del Pd che presiede il consiglio comunale di Minturno (Giuseppe Tomao) e il figlio della presidentessa Pd del consiglio comunale di Gaeta (Matteo Di Domenico). Tutto in famiglia del partito o della correntina del partito dunque, ed è proprio questo il vizietto rosso che ormai sembra essere dilagato nel Lazio: lo hanno ampiamente dimostrato le incredibili vicende dei concorsoni pubblici, ad iniziare da quello di Allumiere. Qui non stiamo parlando di mele marce, come vengono chiamati in tutti i partiti quelli che ogni tanto vengono pizzicati con le mani nel sacco, e basta isolarli e dimenticarli per fare finta che non sia accaduto nulla, salvando la faccia del partito. Qui nel Lazio il vizietto rosso è un sistema oramai emerso in ogni provincia ed è ormai elemento costitutivo della presenza del Partito democratico nelle istituzioni. Il vizietto rosso è impossibile ormai da smacchiare: è l’assoluta mancanza di rispetto di enti pubblici e istituzioni piegate senza alcun rispetto ai desideri dei notabili Pd e dei loro cari. Credo che sia la peggiore forma di corruzione possibile nella politica, segno della totale assenza di senso del bene comune. 

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