Variante Delta in Italia, l’immunità di gregge si allontana: ecco perché
Come cambiano il calcolo e l’obiettivo dell’immunità di gregge con la presenza della variante Delta, così tanto più contagiosa?
La variante Delta contagia più persone?
La variante Delta sarebbe più contagiosa del 40-60% rispetto alla variante Alfa, a tutt’oggi dominante in Italia e che, a sua volta, era circa il 50% più contagiosa del virus che ha caratterizzato la prima ondata di Covid. La cifra dell’aumento di contagiosità della Delta dovrebbe essere «sulla carta» più vicina al 60%, ma si riduce quando il virus si muove su un terreno dove, a differenza del 2020, ci sia una percentuale sostanziosa di vaccinati o di guariti, che sono comunque in larga parte protetti anche dalle reinfezioni. Questo ovviamente riguarda Ue, Usa e UK, da cui arrivano anche i maggiori dati sulla variante Delta. Il 6 giugno il giornalista del Times Tom Calver compilava un grafico esplicativo (si veda immagine sotto) del numero di riproduzione R0 di Delta confrontato con Alfa e il virus ancestrale: nel 2020 senza lockdown e misure di distanziamento sociale, una persona poteva infettarne circa altre 3 (R0 uguale a 3), con Alfa una persona ne poteva infettare 4 e con Delta sarebbero 6, ma potrebbero anche essere fino a 10 (secondo gli ultimi dati).
La capacità riproduttiva del SARS-CoV-2 e delle due varianti (fonte Twitter Tom Calver)
Numero di riproduzione e immunità di gregge
R0
(si legge erre con zero) rappresenta il cosiddetto «numero di
riproduzione di base», cioè il numero medio di infezioni secondarie causate da ciascun individuo infetto
in una popolazione che non sia mai venuta in contatto con un
determinato patogeno. Rt descrive invece il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia.
Questi numeri cambiano il «numero soglia» da raggiungere (in percentuale di popolazione vaccinata o guarita) per avere l’immunità di gregge e
spegnere il propagarsi del virus. La cosiddetta «immunità di gregge» è
un meccanismo per cui, quando la maggior parte di una popolazione è
immune nei confronti di una infezione (perché l’ha contratta o è stata
vaccinata), l’agente patogeno non trova soggetti da infettare, rendendo
protetti per via indiretta anche i pochi che sono ancora suscettibili.
Le ipotesi sulle percentuali da raggiungere
I calcoli sono difficili da fare e le cifre ballano un po’: durante la prima ondata, quando ancora i vaccini non esistevano, si puntava circa al 60-70% della popolazione vaccinata (o guarita) per arrivare all’immunità di gregge. Con la variante Alfa la soglia era arrivata al 70-80% e ora il calcolo deve essere nuovamente rivisto al rialzo. Roberto Battiston, fisico di fama internazionale e ordinario all’università di Trento, custode dei dati Agenas sulla pandemia nelle regioni italiane, in un’intervista rilasciata al Corriere ipotizza che si debba arrivare all’88% della popolazione vaccinata.
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