Pd, Enrico Letta sente odore di sfratto. Dal caos in Calabria alle sfide fratricide di Napoli e Roma
Un disturbatore c’è anche a Napoli, dove Antonio Bassolino non ha fatto alcun passo indietro nonostante la discesa in campo di Gaetano Manfredi e, senza accordo in Calabria con De Magistris, resterà in corsa pure la «protetta» del sindaco uscente Alessandra Clemente. Più che gli attuali avversari, però, Letta teme le fibrillazioni nel campo grillino, con gli esponenti locali che non hanno digerito l’accordo con i Dem e – se Grillo e Conte non dovessero firmare l’armistizio – farebbero saltare l’intesa firmata da Giuseppi. Non va meglio a Torino, dove le primarie flop (solo 13mila votanti) hanno incoronato Stefano Lo Russo, il candidato meno digeribile per i grillini al ballottaggio. Tanto che i vertici pentastellati sarebbero in pressing sull’uscente Chiara Appendino per farle cambiare idea e rendere ancora più difficile la partita Dem in un territorio che li ha già visti soccombere alle ultime regionali. Di fatto, allo stato attuale i Dem potrebbero intestarsi solo l’eventuale vittoria a Bologna di Matteo Lepore. Ma tenere una storica roccaforte rossa non basterebbe certo a salvare la poltrona del segretario. Che, forse, sta già rimpiangendo i tempi del dolce esilio parigino.
IL TEMPO
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