In montagna anche la via più facile può diventare un inferno bianco
Reinhold Messner
È il Whiteout, quel bianco che ti avvolge e confonde. La bufera, freddo, neve, nebbia con le raffiche di una forza inaudita. Quei tre ragazzi ci sono finiti dentro. E tutto appare impossibile se non hai esperienza. Sono condizioni estreme da cui devi uscire in velocità, ma per farlo devi conoscere i luoghi. La montagna, la più facile da salire o scendere, può diventare un inferno bianco. Appartiene a un mondo selvaggio. Anche il Monte Rosa, la sua via più facile può trasformarsi in un ambiente ostile, pericoloso. Questo lo si deve sempre tenere a mente. Su un ghiacciaio con la nebbia, la bufera, le raffiche impetuose, sei di fronte a un muro bianco e il freddo ti entra dentro. E quei ragazzi erano stati sorpresi da un temporale, abiti bagnati. E già infreddoliti, sono poi finiti nella bufera.
Proprio in quel momento ogni loro percezione è cambiata. E’ facile perdere l’orientamento nella nebbia, ancor di più se si aggiunge una bufera, e se non hai un Gps non puoi neppure dare indicazioni precise a chi potrebbe soccorrerti, salvarti. Credi di essere in un posto e invece sei dalla parte opposta: il tempo scorre e resti sempre in balia della bufera in un luogo che non offre protezioni. Il rischio con il vento freddo, ancor di più quando si è bagnati, è che il corpo è come se fosse nudo, gli abiti non possono più mantenere il calore e quando la temperatura corporea scende a 34 o 33 gradi, le possibilità di sopravvivenza sono legate alla distanza tra te e un luogo sicuro. Se sei a più di quattromila metri su una montagna, come quei tre ragazzi, la morte è la conseguenza più probabile. A quella quota la pioggia diventa neve e ti penetra il gelo. Basta poco perché tutto diventi impossibile, confuso.
Lungi da me la volontà di esprimere qualsiasi giudizio, ci mancherebbe, ma per affrontare una bufera improvvisa in un ambiente glaciale e di alta quota occorre essere preparato a questa eventualità. E chi oggi va in montagna, anche volendo vivere un’avventura, nella maggioranza dei casi segue un itinerario, una pista e non ha coscienza del mondo selvaggio, soprattutto non mette in conto la possibilità di trovarsi nel Whiteout. E se ciò accade ad alta quota su una montagna di grandi ghiacciai, quindi con più insidie, pericoli, è difficile trovare la via del ritorno. Se poi non sei su una montagna che hai già affrontato o che conosci, i problemi si moltiplicano e si affaccia anche la paura. Di fronte a un freddo intenso e a un vento che non lascia tregua, cominci a tremare, ad avere un controllo di te stesso relativo, fino ad avere paura e quando diventa panico ogni movimento può trasformarsi in errore. Se sei a Torino e esci di casa durante un forte temporale o il vento gelido che trascina neve fino a impedirti visibilità sei a disagio ma non devi fare scelte per salvare la tua vita. Quando la montagna per una bufera si trasforma in un luogo selvaggio quanto non ti aspettavi, le tue scelte devono essere rapide. E devi scendere nel più breve tempo possibile. Tutto diventa inedito quando tremi dal vento, non vedi altro che bianco e tremi dal freddo. Sei sferzato dal vento e devi muoverti. A quel punto è il panico che può bloccarti.
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